Ieri... oggi, è già domani - 22 aprile 2025, 05:00

"Ul venticenc d'april" - Il venticinque d'aprile

La debolezza del re, le alleanze e i lutti, Busto che fu avanguardia, la colonna Stamm. E l’Italia di oggi, la nuova resistenza fra problemi e futuro...

"Ul venticenc d'april" - Il venticinque d'aprile

A discutere col Giusepèn del 25 aprile 1944 non si perde tempo - si imparano pagine di Storia che ci riguardano da vicino, per parecchie "vicende" che somigliano molto a una "guerra civile" che ha visto di fronte, italiani contro italiani. Si sa, l'Italia Fascista con la Germana Hitleriana, tennero un "patto" (con l'aggiunta del Giappone) che avrebbe voluto trasformare l'Europa, secondo precisi canoni politici e di comportamento.

Giusepèn comincia col dire che, quando si arriva allo scontro armato, nessuno possiede tutte le ragioni e nessuno ha tutti i torti - lo scontro armato, produce lutti, privazioni, odio a non finire, per giungere a un fine che offre "alla fine" un conto salato, per vincitori e vinti. "Generale" di De Gregori è molto chiaro "una donna che sembra una bambina, china sul tramonto, con cinque figli andati soldato e non ancora tornati".

La nostra Storia è intrisa in … intrighi e di sotterfugi che, una volta emersi, hanno procurato lutti, da una parte e dall'altra dei contendenti. Con una "variante": in Italia si combattevano Fascisti e Partigiani, mentre in Germania e in Giappone, c'erano solamente gli eserciti nazionali.

A ben guardare, specie da noi, si combatteva la "debolezza del Re" e la intemperanza che, a ogni costo, voleva giungere al potere. Fa rilevare, Giusepèn che, all'epoca, "tutti" si dichiaravano Fascisti e unicamente chi per ideologia era contrario, lottava per non soccombere alla forza-germanica e alla mancanza assoluta della Libertà. Gli eccidi che colpirono "casa nostra" furono incresciosi e deleteri. L'alleato Fascista, per la Germania Hitleriana, era una "garanzia" per stabilire l'Ordine ovunque per giungere a un'Europa comandata da "due regimi totalitari" con la compiacenza di un Re (Casa Savoia), di poca cultura-etnica e debole a oltranza per ogni situazione.

Per dirla a breve: l'Italia di allora era totalmente succube della Germania e solo il Giappone (per la Triade) vantava una considerazione fiduciaria nell'ambito dell'Alleanza.  Poi, ci furono i "moti", le "insurrezioni" che non volevano soggiacere al dominio-tedesco, ma non solo. I Partigiani sono sorti, proprio per combattere "in casa propria"  le mire del Duce che aveva considerato il Re, una specie di "ministro senza portafoglio" che opportunamente aveva "diritto" di incassare i frutti di una guerra che "sulla carta" avrebbe dovuto essere ….. semplice e istantanea - non fu così.

Giusepèn parla di quel che successe a Busto Arsizio e nel Circondario, a partire da una data storica che valse alla città la "Medaglia di Bronzo al Valor Militare" per essere insorta contro il Nazi-Fasciamo, la sera del 24 aprile 1945 - proprio la sera precedente all'insurrezione Nazionale.

Le avvisaglie si sentivano dalle notizie provenienti da Genova e da alcuni Comuni dell'hinterland , ma è codificato che Busto Arsizio fu la prima città a far "scattare la scintilla" di un'insurrezione su larga scala - anni fa, dedicammo un intero "Speciale" all'accadimento, con dovizia di particolari su come la popolazione indigena reagì, contro il "nemico" - non ci furono, a Busto Arsizio le vendette e le "persecuzioni" che colpirono altre città italiane, ma ci fu una lotta-serrata che coinvolse persino i preti. Clamorosa quella del blocco dell'avanzata tedesca, agli ordini del Generale Stam, bloccata alle "Quattro Strade" per intervento di don Angelo Volontè e don Giuseppe Ravazzani  che evitarono l'ingresso in città dell'intera colonna-tedesca e che indussero Stam a "deviare" il percorso, per non procurare uno scontro armato dalle grandi ripercussioni.

Giusepèn è laconico nel dire: "siamo passati dal tutti-Fascisti al tutti-libertari", ben sapendo che tanti lutti si erano consumati, da una parte e dall'altra dei contendenti. Il nostro "Speciale" di allora (distribuito gratuitamente a tutte le famiglie residenti in Busto Arsizio e Comuni del Medio Olona) - oltre 60.000 copie), documentò accuratamente gli accadimenti (e qui non ne discutiamo) per una Liberazione giusta, meritata e difesa, secondo una vita Democratica che presupponeva una Legge-quadro che è arrivata con il redigere della nostra attuale Costituzione.

Oggi, il 25 aprile 2025, troverà  i "due fronti" a disquisire su quanto accadde. Non temo a dire che sono figlio di un Partigiano - che non lottò al fronte - ma che ebbe "noie" sul piano personale, per avere difeso a "larghe pieghe" l'allora Partigiano (poi Presidente della Repubblica Italiana), Sandro Pertini. Oggi vige un interrogativo: CHE ITALIA, ABBIAMO? - un'Italia, con la Costituzione (e qui non ci piove), ma pure un'Italia "con troppa America sui manifesti" (Toto Cutugno) - con la nazione che ha il numero di Leggi più alto del mondo - con l'emigrazione dei "cervelli" - una Scuola e una Sanità deficitarie e "da rivedere" nonostante si facciano miracoli nel gestire quel che si ha - con l'essere il "porto Europeo" dell'immigrazione, il costo più basso delle remunerazioni, la Giustizia che dopo Falcone-Borsellino, latita assai - che paga Tasse oltre il 60% sugli introiti - che quando piove, ci sono inondazioni e danni a non finire e che si ipotizza di creare degli "invasi" sempre rimandati  - col 40%  di dispersione-acqua  del sistema idrico  - dell'annoso problema-mafia - con la violenza  che colpisce imperterrita e …. coi ragazzi che vanno a Scuola col coltello in tasca e la bustina della droga di facile reperimento - e le nascite? ogni anno, da almeno 25 anni …. siamo sempre meno e, chi dice di "far figli" dia prima uno sguardo agli stipendi dei padri e difendere le madri dal Lavoro, dai femminicidi e dalla Strutture che dovrebbero garantire una migliore esistenza! - Viva l'Italia!

Gianluigi Marcora

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