Storie - 20 aprile 2025, 15:11

Nonni che narrano la storia”: Massimo Madella, il pedagogo che riscopre il valore educativo della memoria

Massimo Madella, ex dirigente scolastico e docente di pedagogia, racconta nel libro “Nonni che narrano la storia” il valore educativo dei nonni attraverso 33 storie vere. Dal ricordo del nonno emigrato in Germania agli episodi della Resistenza a Lonate Pozzolo, emerge l’importanza della memoria familiare. I nonni diventano custodi di valori, esempi di coraggio e testimoni del passato. Un libro che unisce storia, affetto e pedagogia

Nonni che narrano la storia”: Massimo Madella, il pedagogo che riscopre il valore educativo della memoria

Raccontare non è ricordare: è seminare futuro”. È con questo spirito che Massimo Madella, 74 anni, ex dirigente scolastico e docente di pedagogia alla Libera Università di Cagliari, prende la penna per dare voce non solo ai suoi ricordi, ma a quelli di un’intera generazione. E lo fa da nonno, parlando di un nonno. Il suo ultimo libro, “Nonni che narrano la storia” (edizioni Tau, distribuito dalle Paoline), è molto più di una raccolta di memorie: è un atto educativo, una trasmissione di valori attraverso la narrazione.

In un’epoca in cui la memoria sembra dissolversi nei feed digitali, Madella ci ricorda che i nonni sono i veri archivisti del tempo, i custodi di storie che non si trovano nei libri di scuola. Il loro ruolo educativo, oggi più che mai, non si limita al supporto quotidiano: i nonni raccontano, spiegano, tramandano. E in queste storie passano valori, resilienza, identità.

Il libro nasce proprio da questa consapevolezza. Le vicende raccontate da Madella, a partire dalle memorie trasmesse dal nonno Pietro – emigrato in gioventù in Germania per lavorare come macchinista nella zona carbonifera della Rhur – affondano le radici nel periodo della guerra e nella successiva ricostruzione. La copertina ritrae proprio il nonno alla guida della locomotiva: un’immagine potente, quasi simbolica, di chi ha messo in moto il destino di intere famiglie.

Tra i 33 racconti che compongono il libro, alcuni toccano profondamente la storia di Lonate Pozzolo, suo paese d’origine. Spicca, tra gli altri, l’episodio del 25 aprile 1945, quando una zia di origini tedesche, Caterina, e suo figlio Herman Maeran, insieme al parroco don Tagliabue, riuscirono a mediare una resa pacifica tra una delegazione di partigiani e soldati tedeschi, evitando spargimenti di sangue. Sono storie vere, intense, che Madella ha voluto salvare dall’oblio: come quella tragicomica dei soldati italiani che si travestono da donne per tornare a casa, aiutati da una coraggiosa nonna Teresa, o quella dei ragazzi del Sud che lavoravano di giorno e studiavano di sera, oggi diventati nonni con molto da insegnare.

Madella non si limita a raccontare, ma compie un atto pedagogico. Nei suoi incontri con gli studenti delle scuole medie, negli eventi organizzati nelle Rsa e nelle biblioteche, trasforma le storie di famiglia in lezioni di cittadinanza, di solidarietà, di speranza. Ecco perché il suo sguardo sui nonni non è nostalgico ma profondamente attuale: «Il futuro – dice – è una conquista, e conoscere il passato è la bussola per orientarsi».

Ha già presentato il libro a Lonate Pozzolo, lo farà prossimamente a Milano, Solbiate Arno, Cagliari. E intanto continua a scrivere: ha già pronto un nuovo volume sulle storie quasi dimenticate di Milano e dintorni, tra cronaca e quotidianità, sempre con uno sguardo rivolto a ciò che educa, che fa crescere, che costruisce memoria collettiva.

Massimo Madella non è solo un autore, è un testimone del valore educativo della narrazione. E i nonni, grazie a lui, tornano ad essere – come una volta – figure autorevoli, ascoltate, amate. Perché ogni storia raccontata da un nonno non è mai solo un ricordo: è un seme piantato nel cuore di un nipote.
Chi volesse invitare e organizzare un incontro sul libro e parlare del valore educativo degli anziani può contattarlo alla mail massimomadella@gmail.com
    

Laura Vignati

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