Economia - 14 aprile 2025, 19:20

Salone del Mobile, 302.548 presenze. «Un faro nell'incertezza»

L’edizione 2025 del Salone consolida i dati: per il 68% si è trattato di operatori stranieri, cala la Cina e tiene l'Europa. Ora al lavoro per l'anno prossimo anche sul fronte di ospitalità e servizi a Milano

The Euroluce_©Saverio Lombardi Vallauri_Salone del Mobile

The Euroluce_©Saverio Lombardi Vallauri_Salone del Mobile

La stabilità in un'epoca che non conosce questa condizione, una stabilità che viene dagli sforzi del sistema arredo e delle imprese. È quanto si legge nei dati dell’edizione 2025 del Salone del Mobile che si è chiuso domenica 13 aprile.

Sei giorni di vetrina, di contatti con i clienti, di cultura, da Rho fino al cuore di Milano dove il Fuorisalone coinvolgeva e contagiava di bellezza e speranza.

Numeri e fiducia

In una fiera così importante, la leader del settore nel mondo, i numeri hanno un peso, ma vanno contestualizzati. È lo stesso Salone a rammentare come l'inaugurazione di questa edizione sia avvenuta in  un contesto di forte turbolenza dei mercati. Eppure si è raggiunta quota 302.548 presenze, «un dato in linea con la Biennale Euroluce 2023, a conferma del ruolo chiave della Manifestazione, che quest’anno ha acceso i riflettori internazionali su 2.103 espositori da 37 Paesi con un’offerta senza uguali».

Anche il confronto con gli operatori conforta. Quelli esteri erano il 68% delle presenze. Native Strategy (con un campione di 475 espositori)  ha evidenziato che tutti gli indicatori sono stabili. L’indice di soddisfazione dei visitator inoltre si attesta all’88%, quello dell’intenzione di ritorno degli espositori al 94%.

La Cina resta il primo Paese alla corte del design, pur in lieve calo considerando il 2023 e più netto guardando allo scorso anno. D'altro canto, tiene l'Europa e questo i« in linea con il valore dell’export del macrosistema arredo italiano verso il primo mercato unico mondiale (circa 10 miliardi di euro nel 2024, 51% del totale)». Crescono Spagna (5.423 operatori; export +4,1%) e Polonia (5.325 operatori; export + 9,1%). Considerando non solo il continente europeo, seguono, Brasile, Russia, Francia, Stati Uniti, India e Svizzera.

Non solo dazi

A proposito di turbolenza, non potevano che essere al centro dell'attenzione i dazi americani: il loro annuncio ha pesato sull'avvio del Salone, ma si sono registrate anche ottime aspettative su nuovi mercati. Un movimento che si è percepito, al Salone. Dall’8 aprile presenti in fiera, grazie al costante supporto di Agenzia Ice, c'erano 350 tra grandi investitori, buyer, retailer, contractor e media da 50 Paesi con 27 delegazioni provenienti da Asia e Paesi del Golfo. Occhio agli Emirati Arabi Uniti, che nel 2025 hanno raddoppiato le presenze (1.801 operatori) e all’Arabia Saudita: la base di fiducia per quest'ultima è un primo memorandum legato a nuovi progetti firmato lo scorso gennaio. 

Ancora, salgono dal ventesimo al tredicesimo posto le presenze dal Giappone (2.712 operatori; export +2,7%) e si fa notare la Corea del Sud.

C'è poi un altro piatto forte del Salone confermato: l'importanza dei giovani. In linea con il 2024 e in netta crescita rispetto al 2023 - rimarcano gli organizzatori - il numero di studenti che hanno visitato Salone 2025: 8.517 presenze per gli italiani, 6.543 per gli stranieri, con un aumento del 32% rispetto l’ultima edizione di Euroluce. A questi numeri si sommano le 39mila presenze del SaloneSatellite: 700 nuovi talenti da 37 Paesi, quelli dell’edizione 2025.

Un faro in un 2025 di sfide globali

Ecco perché la luce gettata dal Salone è stata importante. 

Commenta la presidente Maria Porro: «L'’edizione 63 del Salone del Mobile è stata un faro in un 2025 di sfide globali: ha dimostrato forza e visione condivisa. Con 302.548 presenze si conferma, ancora una volta, la centralità della Manifestazione nel creare connessioni tra oltre 2.100 espositori da 37 Paesi e una comunità che ha scelto Milano. Il settore ha dimostrato, ancora una volta, quanto qualità e innovazione di processo e prodotto siano ingredienti chiave di una competizione internazionale sempre più sfidante. In linea con le aspettative, Euroluce ha ridefinito il futuro dell’illuminotecnica, creando una spinta nella competitività tra aziende italiane all’avanguardia - con oltre l'80% del fatturato complessivo generato dall’estero – e un 45% di aziende estere, leader del
settore». Porro poi rimarca l'aspetto dei giovani talenti e di un programma culturale che ha creato ponti, nel vero segno del Salone del Mobile. 

Ora si guarda già alla prossima edizione: «Guardiamo al 2026 con determinazione: l’anno prossimo ci attendono nuove, grandi sfide. La nostra promessa è lavorare a un format ancora più inclusivo, con focus su Pmi e mercati emergenti. Lo faremo insieme alla filiera con l’obiettivo di trasformare le difficoltà in opportunità. Insieme alle istituzioni italiane ed europee, da cui aspettiamo risposte concrete a favore di un settore strategico non solo per il Sistema Italia. Insieme a Milano, che da gennaio 2025, in una crescita costante degli arrivi pari al 10%, deve impegnarsi a individuare e garantire un nuovo punto di equilibrio per accogliere al meglio chi soggiorna in città in vacanza o per business». 

È questo l'impegno, che deve spronare tutti: «Salone crea valore durevole a vantaggio di una molteplicità di soggetti. Penso sia arrivato il momento che tutti, a livello territoriale e nazionale, mettano in campo tutte le azioni necessarie perché Milano possa continuare ad alimentare il successo di questo evento unico al mondo, puntando sulla qualità dell’offerta e sul contenimento delle distorsioni che ne mettono a repentaglio la tenuta, nell’ambito dell’ospitalità, dei servizi, dell’impatto sulla cittadinanza».

Anche il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin sottolinea come il Salone abbia rappresentato una certezza, ancora una volta. Tra gli aspetti ribaditi, il valore del mercato europeo che ha tenuto: «Un segnale importante: l’Europa è il primo mercato di riferimento per il nostro settore e continua a guardare al Salone come a un appuntamento imprescindibile per il business e il confronto professionale. È qui che le nostre aziende del design, che producono quasi al 100% in Italia, portano innovazione, cultura del progetto e visione industriale, delineando le tendenze di domani e confermando la leadership del Made in Italy nel mondo: nei padiglioni di Rho Fiera non si viene per seguire il mercato, lo si crea. Risultati tutt'altro che scontati che assumono ancor più valore se pensiamo che altre fiere di settore hanno annullato le date del 2025».

Ma. Lu

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