Storie - 06 aprile 2025, 08:52

Gina Ciapparella Albè: una vita intrecciata di dedizione, tra carcere e ricami

L’olgiatese, 96 anni, ha dedicato la sua vita all’insegnamento e al volontariato in carcere, offrendo istruzione, ascolto e aiuto concreto ai detenuti per 36 anni: oggi vive circondata dall'affetto di figli e nipoti. Con l’associazione Carcerati e Famiglie ha fornito beni di prima necessità e finanziato aiuti attraverso i suoi ricami

Gina Ciapparella Albè: una vita intrecciata di dedizione, tra carcere e ricami

Di fronte alle sbarre con un ago e un filo in mano, Gina Ciapparella Albè ha ricamato non solo stoffe, ma anche speranze. Gina Ciapparella ha donato ogni giorno della sua vita agli altri, senza clamore, senza aspettarsi nulla in cambio. Ha insegnato, ha ascoltato, ha teso la mano a chiunque ne avesse bisogno.

A 96 anni, la sua storia è un intreccio di forza e altruismo, un filo che attraversa decenni di impegno e sacrificio. Nata e vissuta a Olgiate Olona, ha cresciuto da sola tre figli dopo la morte improvvisa del marito, senza mai arretrare davanti alle difficoltà. Insegnante di lettere, prima al Collegio Rotondi di Gorla Minore e poi all’Ite Tosi di Busto Arsizio, ha formato generazioni di studenti con disciplina e passione. Ma la sua vera missione è iniziata dopo la pensione, quando ha scelto di dedicarsi agli ultimi, varcando le porte del carcere con la stessa determinazione con cui affrontava la vita.

Trentasei anni dentro le mura del carcere, non per giudicare, ma per offrire sostegno. Insegnava ai detenuti, chiusa a chiave in un’aula con uomini del 41bis, senza paura, con la convinzione che l’istruzione potesse essere una via di riscatto. Quando il carcere cambiò assetto e arrivarono gli insegnanti di ruolo, Gina non si fermò: diventò volontaria, iniziando un lavoro ancor più delicato e fondamentale. Con l’associazione Carcerati e Famiglie di Gallarate, ascoltava i detenuti, raccoglieva le loro necessità e trovava soluzioni concrete. Nessuno doveva sentirsi abbandonato. 

Gina era quella che sapeva sempre di cosa ognuno aveva bisogno. Annotava tutto su un quaderno: vestiti, beni di prima necessità, un paio di occhiali da aggiustare, una telefonata a un familiare lontano. Grazie alla sua instancabile operosità, l’associazione raccoglieva indumenti, cercava donazioni dalle piccole aziende e organizzava mercatini per autofinanziarsi. E dietro a quei mercatini c’era la sua instancabile passione: il ricamo. Con pazienza, sacrificio e un’abilità straordinaria, Gina confezionava migliaia di ricami a punto croce. Ogni punto, ogni filo, era un gesto di aiuto, un modo per sostenere chi non aveva nulla.

Ha visto la disperazione negli occhi di tanti detenuti, ha ascoltato storie di ingiustizie e solitudini impossibili da colmare. Ricorda un giovane colombiano, scambiato per un narcotrafficante mentre era a Monza per il Gran Premio, che la cercava per confidarsi e piangere. Gina c’era sempre, con una parola di conforto, un aiuto concreto, un abbraccio invisibile fatto di presenza costante. In collaborazione con il cappellano del carcere e anima del gruppo dei volontari don Silvano Brambilla, ha fatto tanto. 

E non si è fermata nemmeno fuori dal carcere. Accanto alla sua missione tra i detenuti, ha rivoluzionato l’insegnamento del catechismo, collaborando con don Lorenzo Cattaneo per renderlo più vicino ai bambini. Ha formato catechiste, scritto testi, innovato con la stessa determinazione con cui affrontava ogni sfida della sua vita.

Fino a gennaio-febbraio 2020, Gina Ciapparella ha continuato ad andare in carcere. Solo la pandemia l’ha fermata, ma non ha mai smesso di pensare ai detenuti, ai loro bisogni, ai loro destini. Oggi è circondata dall’affetto dei suoi figli, dei suoi cinque nipoti e cinque pronipoti e la sua storia resta un esempio raro di dedizione assoluta.

Perché Gina Albè non ha mai vissuto per sé stessa. Ha sempre scelto di dedicarsi agli altri, con umiltà e instancabile determinazione. Ha ricamato con il cuore, ha insegnato con l’anima, ha aiutato con tutto ciò che aveva. E, anche ora, il segno della sua presenza resta cucito nelle vite di chi ha avuto la fortuna di incontrarla.
 

Laura Vignati

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