Busto Arsizio - 27 marzo 2025, 11:00

Il Dondolibro se ne va, il suo profumo resta nelle case e nelle scuole

La chiusura della libreria per l’infanzia si avvicina. Da gennaio, quando la decisione è stata comunicata, si sono moltiplicati aneddoti sufficienti a riempire un diario. Genitori, nonni, insegnanti e naturalmente bambini hanno manifestato apprezzamento e affetto. Ruth, con Dario dietro al bancone per 16 anni: «Abbiamo tenuto duro finché è stato possibile, abbiamo fatto quello che ci appassiona di più»

Ci siamo quasi: il Dondolibro, libreria del centralissimo vicolo dell’Assunta specializzata in opere per bambini e ragazzi, sta davvero per chiudere i battenti. Una data precisa ancora non c’è, molto dipenderà dal ritmo con cui gli scaffali saranno svuotati dagli ultimi articoli in vendita. Ma la primavera appena iniziata sarà di sicuro l’ultima per il negozio che in quasi 16 anni (a maggio l’anniversario dell’apertura) ha accolto un numero imprecisato di famiglie. Nessuna marcia indietro, ovviamente, dopo l’annuncio dato a gennaio.

«Anche se da allora è stato un susseguirsi di emozioni. Diciamo un frullatore di reazioni e sentimenti. Rispetto al momento in cui abbiamo svelato le nostre intenzioni, parlare è più facile». Parola di Ruth, con il fratello Dario anima dell’attività a due passi da piazza Santa Maria. «La scelta – ricostruisce – era fatta da un po’, il programma più o meno definito: lasciarci alle spalle il periodo natalizio e comunicare la nostra decisione. Presa con dispiacere ma ragionata e inevitabile». Detto, fatto. «Che il nostro passo indietro sarebbe stato notato si è capito subito. Già il giorno dopo l’annuncio sui social, si è presentato un signore che veniva un paio di volte l’anno a prendere regali per i nipoti. Lacrima incipiente. Non devo comprare nulla, ha detto, sono venuto solo per un saluto e un abbraccio. Ed è stato solo l’inizio. I messaggi sono stati così numerosi da non riuscire a contarli. Ma genitori e figli non si sono limitati a quelli».

Esempi? «Rischio di fare torto a qualcuno, ricordare tutto e tutti è impossibile. Ci sono stati bambini che piangevano, mamme e papà che ci chiedevano: e adesso dove andiamo a comprare, a chiedere? Alcuni genitori sono tornati a casa con carrettate di libri per età superiori a quelle dei figli, in modo da avere scorte a disposizione nei prossimi anni. Abbiamo ricevuto visite di ragazzi cresciuti con le letture trovate da noi. Tre fratelli ci hanno mandato una foto, si sono fatti ritrarre seduti tra i libri comprati da noi. Più o meno tutti quelli che avevano. Ho retto sempre. O quasi, una volta mi sono letteralmente nascosta dietro al bancone, commossa».

Ruth parla passando in rassegna fogli di quaderno e biglietti che traboccano di saluti, ringraziamenti, disegni. C’è anche un album realizzato apposta dai piccoli di una scuola con cui il negozio ha avuto una collaborazione (forniture, incontri e laboratori, dentro e fuori la sede dell’attività commerciale, sono stati una costante). Sulla prima pagina il messaggio dei bambini è inequivocabile: «La libreria della nostra scuola avrà sempre il profumo del Dondolibro».

Un affetto difficile da collegare a una chiusura. «I motivi per dire basta – riassume Ruth - sono tanti. Fra gli altri, un calo delle vendite che a lungo ha risparmiato l’editoria per l’infanzia ma che alla fine è arrivato e ha colpito anche noi. Poi il mancato rinnovo del cosiddetto “decreto Franceschini” a sostegno della filiera editoriale. Anche le scuole sono diventate un interlocutore molto meno presente, il Covid ha ridimensionato i risultati di un lavoro lunghissimo, conquistati con fatica. Ancora, l’impressione è che il commercio, nel centro di Busto, non sia un momento roseo. Perlomeno così sembra dal nostro punto di osservazione (molto particolare, il Dondolibro si trova in un cortile, un po’ defilato, sulla direttrice Ztl/via Roma, Ndr)».

L’amaro in bocca, insomma, c’è. Rimpianti? Zero. «Credo che molti, forse tutti, al nostro posto avrebbero chiuso prima. Abbiamo seminato tanto. Restiamo convinti che anche nell’era dei video, dei social, delle mille possibilità offerte dalle tecnologie i libri restino uno strumento prezioso per crescere. Abbiamo incontrato famiglie, bambini diventati ragazzi e giovani adulti che hanno scoperto e coltivato la lettura, toccato con mano l’utilità e le potenzialità dei libri. A tutti loro resterà qualcosa. Abbiamo fatto quello che ci appassiona di più. È stato bello».

Stefano Tosi

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