«La crisi Beko continua tra contraddizioni e incertezze. Il Ministro Urso aveva promesso un’azione decisa per tutelare i lavoratori e il settore, parlando di Golden Power e di difesa degli asset strategici. Oggi, invece, il governo prende tempo, l’acquisizione di Siena resta incerta e l’intervento sulla casa madre è solo un’ipotesi senza dettagli. Non permetteremo che le promesse iniziali vengano sostituite da compromessi al ribasso» dice Antonio Ferrara, Deputato 5 Stelle, membro della Commissione Attività Produttive, Energia.
Cassinetta: il rischio di un ridimensionamento mascherato
«L’impegno dichiarato a mantenere la produzione del freddo a Cassinetta è un passo positivo, ma non basta. Il problema non è solo il presente, ma il futuro dello stabilimento e della sua centralità nella strategia industriale di Beko in Italia. Se da un lato l’azienda afferma di voler preservare l’attuale assetto produttivo, dall’altro non ha escluso possibili sovrapposizioni tra gamme di prodotti, che potrebbero ridurre progressivamente i volumi di lavoro.
Per quanto riguarda il comparto cottura, si parla di un nuovo prodotto in fase di studio, ma senza dettagli sugli investimenti e sulle reali prospettive occupazionali. Questo significa che Cassinetta non ha ancora una chiara strategia di sviluppo a lungo termine, e il rischio di nuovi tagli in futuro rimane alto.
Gli esuberi previsti sono ancora 350, un numero che rappresenta un duro colpo per i lavoratori e per il territorio. Non possiamo accettare che la “riduzione del danno” diventi la strategia principale del governo e dell’azienda: il lavoro va difeso, non solo gestito nella sua contrazione».
Gli altri stabilimenti: ancora troppa incertezza
Se Cassinetta resta il nodo principale, le incertezze non mancano anche negli altri stabilimenti:
Siena: il governo non ha ancora dato una risposta chiara sull’acquisizione del sito, nonostante le dichiarazioni iniziali.
Comunanza: in attesa di nuove produzioni, ma senza un piano definito.
Impiegati e R&D: appena 20 postazioni recuperate nelle funzioni regionali (da 295 a 275 esuberi), mentre nella ricerca e sviluppo nessun passo avanti.
Urso deve dare risposte, non annunci
«Il governo si era impegnato a intervenire con fermezza, ma ora si limita a monitorare. Non basta presenziare ai tavoli e prendere atto delle difficoltà: servono azioni concrete per garantire occupazione e sviluppo. Gli strumenti di tutela come ammortizzatori sociali, part-time e incentivi all’esodo devono diventare realtà, non restare solo disponibilità di principio da parte di Beko».
Il 25 marzo servono soluzioni, non altri rinvii
«Per scongiurare i licenziamenti serve una strategia chiara: definire gli assetti produttivi di ogni stabilimento, evitando ulteriori tagli nascosti dietro ristrutturazioni parziali. Garantire la continuità occupazionale a Siena, senza trasformare la reindustrializzazione in un’operazione di facciata. Ridurre il numero di esuberi, con misure concrete e non solo ipotesi di accordo.
Cassinetta non può restare in bilico. Urso aveva promesso un intervento deciso, ma la linea del governo si fa sempre più incerta. Noi vigileremo affinché le decisioni non tradiscano le aspettative dei lavoratori. Beko non può diventare l’ennesima crisi gestita con superficialità», conclude Ferrara.