«Per ogni ora di terapia che si riesce a garantire a chi ne ha bisogno troviamo un tot di video sui social che spiegano come si fa a vomitare senza essere beccati dai genitori». L’immagine, cruda ma efficace, descrive la portata della sfida ai disturbi alimentari. La utilizza l’assessore ai Servizi sociali, Paola Reguzzoni, negli spazi che il Comune di Busto Arsizio mette a disposizione di Ananke Family, associazione impegnata nell’accogliere, sostenere e orientare le famiglie coinvolte da patologie come anoressia e bulimia.
La nuova sede verrà inaugurata domenica 16 marzo e sarà aperta il martedì, dalle 17.30 alle 19, e il venerdì, dalle 16.30 alle 18. Si trova in un immobile comunale di via Tito Speri. Uno spazio luminoso, accogliente, abbastanza discreto da ricevere persone e famiglie che, spesso, temono lo stigma sociale. «Certe dinamiche – nota l’assessore – assomigliano a quelle che scattano con le dipendenze da sostanze».
Ananke Family fa opera di sensibilizzazione (le scuole sono un target particolarmente importante), accoglie le persone colpite da disturbi alimentari, informa e orienta le famiglie. Genitori, ma anche sorelle e fratelli perché il contesto che va in sofferenza quando il problema sorge tende a essere ampio. «Non solo – ammonisce Ennio Borin, volontario e papà – l’età in cui si presentano i primi segnali si sta abbassando. Capita di riscontrare le avvisaglie nella fascia 8-10 anni. I genitori spesso sono smarriti, non sanno letteralmente dove andare. Noi ci mettiamo a disposizione, indirizziamo verso professionisti: nutrizionisti, psicologi, psichiatri. Ovviamente raccogliamo fondi».
Formula apprezzata è quella della “terapia sospesa”: le risorse che Ananke riceve vengono indirizzate al sostegno di chi fatica a sostenere economicamente un percorso. «La sanità pubblica, come noto, fa fatica – sottolinea Paola Reguzzoni – i tempi si allungano mentre i pazienti perdono peso a vista d’occhio. Così spesso ci si rivolge al privato, con i costi che questo comporta, difficili da sostenere per la maggior parte dei budget familiari».
«La portata del problema è tale – riflette il sindaco, Emanuele Antonelli – che uno sportello come quello di Ananke dovrebbe essere aperto sette giorni su sette. C’è un grande bisogno di questo tipo di esperienza». «Siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari – sottolinea Borin – che ovviamente formiamo: non è possibile affrontare certe patologie senza una preparazione specifica». «Più forze ci sono a disposizione – la conclusione/appello dell’assessore – più si tiene aperto».
Per info: www.anankefamily.it; associazione@anankefamily.it; 347.9848054, 335.6560514.