Politica - 11 marzo 2025, 15:09

Fine vita, Astuti (Pd): «In attesa del Parlamento la Lombardia deve intervenire per tutelare pazienti e operatori sanitari»

Il consigliere varesino del Pd chiede alla Lombardia di intervenire per tutelare pazienti e operatori sanitari, in seguito alla divisione della maggioranza sul tema del fine vita e del suicidio assistito, sollevato da una recente sentenza della Corte

Samuele Astuti

Samuele Astuti

«In attesa che il Parlamento legiferi la Lombardia deve intervenire per tutelare pazienti e operatori sanitari» lo chiede il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti, a seguito dell’informativa del presidente Fontana sul fine vita che questa mattina, in aula consiliare, ha spaccato la maggioranza di centrodestra con il gruppo di Fratelli d’Italia che si è dissociato dalla scelta della giunta (leggi QUI).

«Una sentenza che è legge e, come tale, che piaccia o no, va applicata – dice Astuti -. E noi, con la proposta di legge Coscioni, migliorata con diversi emendamenti, volevamo proprio questo: dare risposta a tutte le persone come Serena che chiedono di applicare la sentenza della Corte. Una proposta di legge che non definiva nessun principio nuovo, ma stabiliva solo tempi e procedure del suicidio medicalmente assistito, competenze che spettano, come ha anche sottolineato la stessa sentenza della Corte, al Servizio sanitario nazionale, gestito dalle Regioni».

«Non si può eludere il problema dell’applicazione della sentenza, negando la competenza regionale, che esiste – attacca Astuti - e non si può negare il dovere di fornire il farmaco, che è competenza esclusiva delle farmacie ospedaliere. Negarlo significa aprire al mercato nero».

«La realtà dei fatti obbligava la Regione a dare seguito alla richiesta della donna che ha chiesto di applicare la sentenza – conclude il consigliere -. Ma ora è necessario, in attesa di una norma nazionale, che la Regione intervenga regolamentando le procedure a tutela di chi fa richiesta del suicidio medicalmente assistito e degli operatori sanitari. Ognuno ha diritto di scegliere come affrontare la sofferenza estrema».

Redazione

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