Ieri incatenato davanti all’istituto Ponti di Gallarate con un nastro a tappargli la bocca. Questa mattina a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia.
Una due giorni intensa per Max Felicitas, nome d’arte del pornoattore Edoardo Barbares, che a seguito dell’annullamento dell’assemblea con gli studenti, aveva inscenato una protesta fuori da scuola. Oggi ha invece incontrato informalmente il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Licata, in qualità di esponente della provincia di Varese. «Non mi sono voluto sottrarre al confronto», spiega Licata, secondo cui «è bene che sia il mondo della scuola a prendere certe decisioni senza pressioni della politica».
Ieri sul caso era intervenuta un’altra esponente del territorio della maggioranza, l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso: «La scuola deve fornire dei modelli culturali ed educativi e non essere vetrina per autocelebrazioni», aveva detto la gallaratese.
Che cosa è successo
L’assemblea scolastica era saltata dopo le dure critiche del comitato Pro Vita e Famiglia onlus e l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale.
«Siamo stati censurati», ha protestato ieri l’avvocato dell’attore, Lorenzo Puglisi, che sarebbe a sua volta dovuto intervenire insieme anche a Danilo Centrella, urologo e sindaco di Cocquio Trevisago, per parlare di malattie sessualmente trasmissibili, educazione affettiva, bullismo.
Poco più di ventiquattro ore dopo la protesta, che ha raggiunto le cronache nazionali diventando anche un caso politico, Max Felicitas e il suo avvocato hanno incontrato al Pirellone il consigliere di Forza Italia Giuseppe Licata.
Licata: «Non mi sottraggo al confronto»
«C’è stato un incontro informale che mi ha chiesto l’avvocato di Edoardo – spiega Licata –. Io ho accettato perché il fatto è accaduto in provincia di Varese e non mi sono voluto sottrarre al confronto. Ho appurato che Edoardo ha tutte le migliori intenzioni di affrontare un tema molto importante e attuale come quello del bullismo, da persona che lo ha subito».
Per il consigliere forzista, «è bene che sia il mondo della scuola a decidere serenamente e senza pressioni della politica se autorizzare o meno iniziative di sensibilizzazione, utilizzando le migliori figure che possono garantire l’appropriatezza dei contenuti insieme alla capacità comunicativa verso i giovani».
Licata precisa che «il diniego è arrivato dall’Ufficio scolastico regionale, che non vuol dire Regione Lombardia, ma si tratta di un’emanazione del ministero dell’Istruzione. Regione, dunque, non è coinvolta nella questione sul piano strettamente istituzionale».
La sua posizione non è quindi quella molto “decisa” di Fratelli d’Italia. «Non condivido la politica che si intromette e strumentalizza questioni che attengono a chi già opera bene dentro la scuola», ribadisce Licata, senza citare esplicitamente gli alleati.
La volontà, evidentemente, non è quella di smarcarsi in maniera palese da FdI su una questione che potrebbe essere “scivolosa” anche per via dell’area cattolica di Forza Italia.
FdI: assemblea «bizzarra e inopportuna»
L’assessore meloniana Caruso aveva detto la sua anche attraverso un video social: «Io francamente non ho ancora capito di cosa doveva parlare questo “testimonial” – le sue parole –. Di bullismo, dell’amore nocivo, delle relazioni tossiche, delle derive del web, della rinascita del “partito dell’amore”. Io credo che siano argomenti che vanno affrontati da professionisti e soprattutto in modo assolutamente serio. Non si può pensare di incontrare gli studenti in una sorta di pot-pourri»
«L’ufficio scolastico della Lombardia – ha proseguito – credo che abbia preso una decisione che va rispettata e non messa alla berlina con chiacchiere da bar. La pornografia, fino a prova contraria, in questa nazione è vietata per legge fino alla maggiore età. Trovo quantomeno bizzarro che un professionista di quel settore e che quindi la promuove possa dare un contributo a un pubblico che è composto anche da minorenni. Credo che la scuola debba fornire dei modelli culturali ed educativi e non essere vetrina per autocelebrazioni».
Parole in linea con quelle della sottosegretaria per l’Istruzione Paola Frassinetti, sempre di Fratelli d’Italia, che ha parlato di «inopportunità di coinvolgere figure legate all'industria pornografica in attività formative rivolte a studenti anche minorenni» e di rischio di trasmettere «messaggi fuorvianti e non conformi ai principi educativi che la scuola è chiamata a promuovere».