Busto Arsizio - 01 marzo 2025, 20:32

Pro Patria, una passione da coltivare fin da bambini. Anche con un corto: «Un sogno che si realizza»

Presentato il docufilm “Lo sapevi?” realizzato da Emanuele Gambertoglio insieme a Filippo D'Angelo e Martina Crosta. Per gettare il seme biancoblù dove il terreno è più soffice…

Buttare il seme biancoblù lì, dove il terreno è più soffice, un terreno disposto ad accoglierlo, accudirlo, custodirlo, proteggerlo nonché coltivarlo per farlo diventare una pianta robusta che sappia resistere al forte soffio dei venti perché i suoi rami sono alimentati dalla linfa della passione.

È lo scopo o la mission del docufilm presentato venerdì sera presso L'Antica Scuderia dal titolo “Lo sapevi?”. Nato da «un sogno che avevo nel cassetto da anni – rivela Emanuele Gambertoglio, tifoso molto presente in attività di sostegno alla società – e finalmente sono riuscito a realizzarlo grazie a Filippo D'Angelo e a Martina Crosta, la responsabile della comunicazione della società Pro Patria».

Di che si tratta? «Vogliamo far conoscere la Pro Patria che oggi (ieri, 28 febbraio, ndr) festeggia i suoi centosei anni di fondazione ai bambini di Busto Arsizio che vanno dai cinque/sei anni agli undici. Si tratta di un docufilm di tredici minuti perché, pedagogicamente, l'attenzione di un bambino non supera i sedici minuti. E l'abbiamo impostato sulla domanda Lo sai che? alla quale rispondiamo sia il sottoscritto che appunto Martina. Il nostro obiettivo – continua Gambertoglio – è farlo girare nelle scuole e nelle prossime settimane ci attiveremo per farlo conoscere, oltre ad essere visto dai ragazzi del settore giovanile della Pro Patria».

Alla premiere era presente il responsabile del vivaio biancoblù Giovanni Giovanditti: «Mi pare opportuno per far capire ai ragazzi dove sono, qual è il valore della maglia che indossano, qual è la sua storia che dura da oltre cento anni e quindi essere coscienti della fortuna che hanno nel far parte di questa società, nello scrivere anche nel loro piccolo la storia tigrotta. Essere orgogliosi d'indossare la maglia quando vanno in campo. È mia intenzione – continua Giavanditti - coinvolgere anche le società calcistiche della città e dei dintorni perché la Pro Patria è un patrimonio che non si può circoscrivere in piccolo cerchio».

Chi meglio di Vittorio Pocorobba, presente alla serata, può esplicitare cosa significhi giocare nella Pro Patria, uscire dagli spogliatoi con indosso la maglia blucerchiata e giocare in un Carlo Speroni gremito. «A Busto Arsizio ho trovato la passione per la Pro Patria simile a quella che abbiamo noi gente del sud per le nostre squadre. Mi sono subito ambientato e quando si andava in campo si percepiva la partecipazione della gente. Per la verità anche fuori. Mi sono trovato talmente bene che qui a Busto ho messo le radici, trovando un lavoro e mettendo su famiglia. Come tutti sanno ero un difensore ed il mio compito era impedire agli avversari di fare gol, però ne feci uno spettacolare con l'Aosta e non ho mai dimenticato l'urlo dello Speroni».

L'augurio è che anche nel prossimo futuro lo stadio tigrotto possa riempirsi di nuovi giovani tifosi, ma affinché questo sia possibile occorre che le istituzioni, presenti venerdì alla “prima” del docufilm, sostengano queste iniziative di donne ed uomini di buona volontà.

Nel corso della serata è stata anche proposta una lotteria il cui ricavato è andato a favore della associazione “Assieme a Francesco”.

Giovanni Toia


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