Gallarate - 28 febbraio 2025, 13:37

«Non esistono ragazzi cattivi». Don Claudio Burgio incontra gli studenti del “Ponti” di Gallarate

Il cappellano del carcere minorile Beccaria ha incontrato i ragazzi per parlare di criminalità giovanile, bullismo e disagio sociale, portando la sua esperienza con i giovani detenuti e con la comunità Kayrós. Tra rapine, furti e spaccio, i numeri della devianza minorile sono in crescita, ma la musica e l’educazione possono essere strumenti di rinascita. «La felicità non si misura in soldi, ma in piccole azioni concrete» ha ricordato l’assessore Claudia Mazzetti, invitando gli studenti a credere nel riscatto personale

Un incontro intenso e ricco di spunti di riflessione quello che si è svolto, venerdì 28 febbraio, presso l’Aula Magna di Piazza Giovine Italia a Gallarate. Gli studenti dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore Andrea Ponti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria e fondatore dell’associazione Kayrós, realtà che accoglie e accompagna giovani in difficoltà verso un percorso di riscatto.

Un dialogo sulla realtà giovanile e sul recupero

L’incontro ha sottolineato l’importanza per la scuola di offrire strumenti concreti agli studenti per aiutarli a comprendere se stessi e il mondo che li circonda. «Vogliamo una scuola capace di orientarvi in un mondo sempre più complesso. La scuola deve darvi gli strumenti per aiutarvi a capire voi stessi», ha dichiarato il sacerdote, ribadendo il ruolo centrale dell’educazione nella crescita personale e sociale dei ragazzi.

Don Claudio Burgio ha portato la sua esperienza diretta con i giovani detenuti del Beccaria, spiegando che dietro ogni errore c’è sempre una storia, una fragilità, una mancanza. «Chi ha sbagliato può riscattarsi», ha affermato con convinzione, raccontando come la sua comunità Kayrós aiuti i ragazzi a ricostruire la propria vita attraverso percorsi educativi, lavorativi e artistici.

Criminalità minorile: numeri allarmanti

Durante l’incontro sono stati affrontati anche i dati sulla criminalità giovanile in Italia. Secondo le statistiche ISTAT, il reato più diffuso tra gli adolescenti è la rapina, spesso aggravata dall’uso di armi, con conseguenze che possono portare al tentato omicidio o all’omicidio. Ogni anno si registrano almeno 35 omicidi commessi da minorenni e, attualmente, al Beccaria sono detenuti cinque giovani colpevoli di questo reato.

Seguono il furto, un reato contro il patrimonio, e lo spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto cannabinoidi e psicofarmaci. Le cause? Secondo Don Burgio, la povertà economica ed educativa gioca un ruolo chiave, così come la volontà dei ragazzi di sentirsi al pari degli altri, di non essere considerati “di Serie B”. Tuttavia, ha sottolineato come al Beccaria arrivino anche ragazzi provenienti da famiglie benestanti, a dimostrazione che il disagio giovanile non è legato solo a condizioni economiche precarie, ma anche a un vuoto educativo e valoriale.

Un altro aspetto su cui Don Burgio ha posto l’attenzione è il fenomeno del bullismo: «La quasi totalità dei bulli ha subito bullismo da piccolo», ha affermato, evidenziando come la violenza spesso nasca da ferite irrisolte.

Musica come strumento di riscatto

Uno dei temi più sentiti dai ragazzi è stato il legame tra musica e rinascita. «Siete ragazzi che parlate poco, ma che attraverso la musica dite tutto», ha detto Don Burgio, citando l’esperienza di artisti seguiti dalla sua comunità, come Sacky e Baby Gang (Zaccaria Mouhib), giovani trapper che hanno trovato nella musica una via d’uscita dalla marginalità.

La musica è anche uno degli strumenti principali di Kayrós, che ha dato vita al progetto Kayrós Music, distribuito da Universal. «Date tempo al tempo, non pensate che si realizzi tutto subito. Se fate le scelte giuste, il vostro sogno si realizzerà di sicuro. È la continuità che porta al successo. Fare musica è un lavoro», ha sottolineato Don Burgio, invitando i ragazzi a investire tempo e impegno nei propri talenti.

Il valore del riscatto

L’incontro si è concluso con le parole dell’assessore alla Cultura di Gallarate, Claudia Mazzetti: «È stata una mattinata estremamente interessante sia per gli adulti sia per i ragazzi che spero m colgano il messaggio positivo: con la fatica e l’impegno ci si può riscattare anche davanti a situazioni che sembrano impossibili da recuperare. La vita è fatta di momenti belli e momenti brutti ma costruirsi una vita serena è alla portata di ognuno di noi se lo si vuole. La felicità non la fa solo il denaro, ma bisogna trovarla nei tanti piccoli momenti quotidiani e in una comunità fatta di azioni concrete, perché da soli si va veloci, ma insieme si va lontano».

Un messaggio chiaro e potente, che ha lasciato nei ragazzi una riflessione profonda: nessuno è condannato al proprio errore, ma il cambiamento richiede impegno, responsabilità e il coraggio di scegliere la strada giusta.

Alice Mometti

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