Gallarate - 22 febbraio 2025, 15:07

Scoperto il totem dedicato a don Alberto Dell'Orto davanti al "suo" Teatro

Il maltempo non ferma l'inaugurazione davanti al Teatro delle Arti. Istituzioni e cittadinanza ricordano una figura cardine nella storia di Gallarate che continua a vivere nella memoria delle persone e delle realtà associative. Monsignor Pace: «Un invito a guardare al futuro con il suo stesso spirito». Il sindaco Cassani: «Un’eredità che va oltre il Teatro»

Si è svolta questa mattina in via Don Minzoni, proprio di fronte al Teatro delle Arti, la cerimonia di inaugurazione del totem dedicato a don Alberto Dell’Orto, il parroco scomparso il 20 agosto 2020 che ha lasciato un segno indelebile nella comunità gallaratese (foto in fondo). Un evento sentito, al quale hanno partecipato i fratelli Dell'Orto, Maria e Abele, il sindaco Andrea Cassani, monsignor Riccardo Festa, don Giuseppe Como, vicario episcopale, e monsignor Flavio Pace, oltre ai familiari di Don Alberto e a Elena Balconi, presidente del Centro Culturale Teatro delle Arti.

Le parole delle istituzioni

«Un giusto tributo a un uomo che ha fatto tanto per la città di Gallarate. Il totem sorge proprio di fronte al Teatro delle Arti, un luogo che don Alberto ha contribuito a far crescere e a rendere speciale – ha dichiarato il sindaco Andrea Cassani - Don Alberto ha lasciato un’eredità che va ben oltre le mura del teatro: il suo impegno per la cultura, l’educazione e la crescita della comunità è un esempio per tutti noi. Con questa iniziativa vogliamo che il suo ricordo rimanga vivo e che le nuove generazioni possano trarre ispirazione dalla sua dedizione».

Monsignor Flavio Pace ha ricordato il valore profondo dell’opera di don Alberto: «A volte accade che esperti nel campo delle arti restino distanti dalla dimensione concreta dell’azione. Don Alberto, invece, aveva un tratto distintivo straordinario: viveva la sua fede in modo così profondo e autentico da renderla significativa per tutti. La fede, infatti, non può essere solo un esercizio intellettuale; ha senso solo se è radicata nell’umano e lo promuove. Don Alberto sapeva intrecciare l’arte, la carità e l’impegno per il bene comune, creando una sinergia viva e attuale. Questo totem non è soltanto un omaggio al passato o un nostalgico ricordo della sua figura, ma un invito a guardare al presente e al futuro con lo stesso spirito. Anche noi dobbiamo imparare ad ascoltare quella voce interiore, il nostro "gallo interiore", che ci richiama alla bellezza e alla carità, dimensioni inseparabili di una vita pienamente vissuta».

L’assessore alla Cultura, Claudia Mazzetti, ha sottolineato il ruolo fondamentale di don Alberto nello sviluppo culturale cittadino: «È davvero una figura di riferimento per lo sviluppo della cultura cittadina, quindi è stato giusto celebrarlo nel giorno della sua nascita. Ha permesso collaborazioni importanti come quella con il Teatro Franco Parenti e altre collaborazioni che sono continuate negli anni.»

Germano Dall’Igna, assessore alla Sicurezza, ha ricordato con affetto la sua presenza costante nella comunità: «Una figura di grande ispirazione per la nostra città. Questo totem non è solo un simbolo, ma un segno tangibile della sua dedizione, della sua fede e del suo instancabile impegno verso il prossimo. Don Alberto ha lasciato un’impronta profonda nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Il suo spirito di servizio, la sua generosità e la sua capacità di ascoltare e sostenere chiunque avesse bisogno rimangono un esempio per tutti noi. E perché no, le sue inseparabili biciclette, tante ne ha avute. Che questo totem sia un punto di riferimento per ricordare i suoi valori e per continuare a seguire il suo insegnamento di amore, solidarietà e speranza».

Una vita dedicata alla cultura e alla comunità

Don Alberto Dell’Orto è stato un punto di riferimento per Gallarate, non solo per la sua missione pastorale ma anche per il grande impegno nel promuovere la cultura e il teatro. Già dagli anni ‘70, il suo nome è stato indissolubilmente legato al Teatro delle Arti, un luogo che ha saputo trasformare in un punto di aggregazione per giovani e adulti, offrendo spettacoli, rassegne e incontri di grande valore educativo e sociale.

Grazie alla sua dedizione, il Teatro delle Arti è diventato una delle istituzioni culturali più importanti della città, un centro in cui l’arte si è intrecciata con la formazione e la crescita personale. Don Alberto ha sempre creduto nel valore del teatro come strumento per avvicinare le persone, educare alla bellezza e creare occasioni di dialogo e riflessione.

Oltre al teatro, il parroco si è distinto per il suo spirito di servizio e il suo impegno costante nel tessuto sociale gallaratese. Con uno sguardo attento ai bisogni della comunità, ha promosso iniziative di solidarietà e percorsi di accompagnamento per le nuove generazioni, dimostrando un’instancabile dedizione al prossimo.

I ricordi

Tanti i ricordi delle persone intervenute alla celebrazione, tra cui Paolo Galmarini, medico veterinario: «Era il mio prof di religione al liceo e di lui ho un bellissimo ricordo. Mi ha trasmesso la passione per il cinema e l’opinione critica sulle produzioni cinematografiche.»

Massimo Gnocchi ha raccontato un episodio che ben rappresenta la personalità del parroco: «Possiamo raccontare tanti aneddoti su don Alberto, ma credo che possiamo riassumerli tutti nel dire che era uno di noi. Mi ricordo che quando avevo 14 anni, si avvicinò al mio gruppo di amici al campetto di calcio e ci chiese se poteva giocare anche lui. Una persona sempre presente e inclusiva, soprattutto verso i giovani.»

Letizia Mazzetti, titolare dell’omonima boutique in via Don Minzoni, ha condiviso un ricordo personale: «Grazie a lui, alla fine degli anni ’70 ho conosciuto la danza classica, diventando una ballerina quando ancora frequentavo le elementari. Ha fortemente voluto come insegnante di danza Lucia Galli Galletti che, assieme a lui, ha dato modo a Gallarate di diventare un punto di riferimento in questa disciplina. Anni più tardi, con la sua immancabile bici, che puntualmente veniva rubata, si recò nel mio negozio per benedirne l’apertura».


 

Alice Mometti

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