Mercoledì 19 febbraio (ore 15.30) al Museo del Tessile di Busto Arsizio, l’Università Cittadina per la Cultura Popolare organizza una conferenza dedicata all’eredità musicale di Johann Sebastian Bach. Fulvio Peletti, cantante, musicologo e divulgatore, guiderà il pubblico in un percorso tra i musicisti che hanno riscoperto e reinterpretato Bach, dal Romanticismo fino al Jazz e al Rock Progressivo.
Un’influenza senza tempo
La conferenza prosegue il discorso avviato lo scorso novembre, quando venne analizzato il contributo dei figli e degli allievi di Bach nella diffusione della sua musica. Tuttavia, nei primi decenni dell’800, con il trionfo del Romanticismo, la sua opera rischiò di essere dimenticata. Fu Felix Mendelssohn Bartholdy a riportarla alla luce, restituendo al compositore barocco il posto che meritava nella storia della musica.
Ma Bach non ha influenzato solo la musica classica: nel XX secolo la sua opera ha ispirato artisti di ogni genere, dai compositori classici come Max Reger, Ferruccio Busoni e Glenn Gould, ai grandi interpreti jazz come Keith Jarrett e Bill Evans, fino agli innovatori del Pop Jazz e del Progressive Rock, tra cui i King’s Singers, gli Swingle Singers, Keith Emerson (Emerson, Lake & Palmer) e Ian Anderson (Jethro Tull).
In un’ora ricca di ascolti e approfondimenti, Fulvio Peletti condurrà il pubblico attraverso questo affascinante itinerario musicale, dimostrando come il genio di Bach continui a ispirare la musica di oggi.
Fulvio Peletti
Fulvio Peletti all’attività di cantante, esercitata fin dalla gioventù nella Corale della Basilica di San Giovanni con il ‘mitico’ Maestro Francesco Fossati, proseguita poi con successo come baritono sia nel Coro della Verdi di Milano sia in vari ‘ensemble’ di musica barocca e liederistica, ha sempre affiancato quella di attento studioso della storia della musica, di organizzatore di concerti (per 14 anni è stato segretario dell’Associazione musicale bustese ‘Monsignor Paolo Borroni’), di direttore della Corale di San Giovanni e di divulgatore musicale, veste nella quale in più occasioni ha tenuto interessanti e preziose conferenze per i soci dell’Università Cittadina per la Cultura Popolare.