Un uomo dolce, d'altri tempi, che sapeva farsi amare anche solo con quel suo inconfondibile sorriso mite ed elegante, con semplicità. Non solo un professore ma anche e soprattutto una persona: Giancarlo Somaruga, non ne abbiamo dubbi, sarà ricordato da tutte le persone che ha incontrato nel corso della sua vita, a partire dai suoi alunni, quelli dell'Itis Facchinetti, dove ha insegnato religione per tutta la vita. Per tutti era “Celestino”, probabilmente per quel suo fare gentile che l'ha sempre contraddistinto, in aula e fuori dall'istituto tecnico di Castellanza.
Nato a Genova nel 1937 – non a caso era tifoso del suo amato Genoa -, si era poi trasferito a Busto Arsizio. Laureatosi in giurisprudenza, aveva poi dedicato la sua vita all'insegnamento della religione. Si è spento martedì scorso, lasciando la moglie Angela e i figli Paola e Alessandro. Il ricordo dei suoi colleghi e dei suoi alunni è rimasto indelebile e in tanti, oggi, nel giorno del suo funerale, gli hanno voluto tributare un ultimo saluto, stringendosi intorno alla famiglia. La messa è stata officiata dal parroco dei Santi Apostoli don Stefano Rho, insieme a padre Valeriano Sandrinelli e a don Eugenio Rossotti. Quest'ultimo, che era stato al don Paolo fino all'inizio degli anni '80 prima di svolgere gran parte della propria missione eucaristica a Magnago e aveva anch'egli insegnato al Facchinetti, è giunto appositamente da Pino, località sulla sponda varesina del lago Maggiore, a due passi dal confine svizzero.
Tantissime le dimostrazioni di affetto e stima per Giancarlo, a partire dalla lettera preparata dal suo ex collega Angelo Dinapoli: «Ho avuto, e abbiamo avuto, la fortuna di camminare insieme per tanti anni – ha raccontato Angelo in conclusione della funzione - , incrociando in diversi momenti della vita i nostri passi, condividendo momenti sereni, ma anche di preoccupazione. Abbiamo apprezzato la tua mitezza, la tua serenità e la tua pacatezza nell'affrontare gli ostacoli della vita, il tuo sorriso, la tua bontà, il tuo smisurato amore per il tuo lavoro, che rappresentava forse una tua missione. La scuola è stata la tua vita, ogni volta i nostri discorsi e i nostri ricordi finivano lì, al Facchinetti, provando a ricordare i visi di colleghi e degli studenti che ti e ci hanno riempito la vita. Uomo di impareggiabile pazienza, sensibilità, invidiabile fede, non mancava mai un libro di preghiera sul comodino; uno me lo regalasti in occasione di una delle mie ultime visite: me lo terrò ben stretto e ogni volta che lo vedrò penserò te, caro Gianca».
Anche molti ex alunni hanno voluto lasciare un messaggio per il loro caro “Celestino”. Oltre al pensiero dell'attuale consigliere comunale di Busto Francesco Attolini (LEGGI QUI), gli attestati di stima si sono moltiplicati dopo la notizia della scomparsa dell'amato prof: «Così gentile e disponibile con tutti, tanti lo chiamavano Celestino per la sua celestiale dolcezza» oppure «Il suo sorriso e la speranza che trasmetteva ci resteranno sempre nel cuore». E ancora: «Un guardrail per non sbandare troppo in quell'età ove c'è poca chiarezza, ma anche tanti sogni».
C'è anche chi ricorda che la sua vita è cambiata, in meglio, proprio grazie all'intervento di Giancarlo: «È stato mio professore a cavallo tra gli anni 90 e i primi 2000 – ricorda un suo alunno - A parte la pazienza infinita che aveva con me durante l'ora di religione, si dimostrò una persona più unica che rara chiamandomi anche a casa un paio di volte in un periodo "ribelle" della mia vita, "obbligandomi" a non lasciare la scuola. Forse all'epoca non diedi molto importanza a quelle sue attenzioni, ma negli anni successivi ho ripensato molto a quello che aveva fatto per me (e per molti di noi). Se non ho mollato la scuola e sono dove sono, un pizzico di merito è anche suo».
È proprio vero, la gentilezza salverà il mondo. E tu per noi, caro Giancarlo, sei stato e rimarrai uno straordinario esempio.