Storie - 13 febbraio 2025, 08:30

PASSIONE SANREMO. «Io innamorato della musica fin da bambino anche grazie al festival. E che sogno andarci con una canzone in bustocco e Ginetto»

Il dottor Umberto Rosanna racconta il rito coltivato in famiglia: «Il mio idolo? Little Tony. Papà ci azzeccò su Vasco Rossi»

PASSIONE SANREMO. «Io innamorato della musica fin da bambino anche grazie al festival. E che sogno andarci con una canzone in bustocco e Ginetto»

Bisogna sintonizzarsi su Sanremo? A ta l'ho dì talò.  Umberto Rosanna, chirurgo vascolare con la passione della musica, classe 1959, lo fa fin da bambino, da quando era un rito familiare. Oggi ama cantare con i Talò (Fabio Gallazzi e Ginetto Grilli), anzi coltiva chiacchierando con noi un simpatico sogno.

Un passo indietro. I primi ricordi di Sanremo?

A casa mia era una tradizione. Io si figuri penso di ricordarmi dagli anni Sessanta in poi, anche nei periodi bui della musica. Con i miei genitori, la nonna... tu dovevi vedere il festival di Sanremo. Mi ricordo canzoni del 1961... Ho sempre amato la musica, tutta, dalla lirica al rap.

Idolo indiscusso dei festival?

Ah, Little Tony era il mio idolo. L'ho seguito in tutti i festival di Sanremo. La sua canzone Cuore Matto fu una delusione pazzesca, perché Little Tony arrivò decimo. Poi però ebbe un tale successo, divenne una canzone epocale. 

Una sorte condivisa con altri artisti, altre canzoni.

Sì, le posso citare un altro aneddoto. Nei primi anni Ottanta, mi ricordo che stavo vedendo Sanremo con i miei. Papà amava la musica, gli piacevano i classici. Fu il turno di Vasco Rossi con Vado al massimo e arrivò ultimo. Be', mio padre Carlo disse: quel ragazzo avrà una carriera notevole. Ci ha azzeccato...

Sfogliando altri anni, altri aneddoti? 

I primi anni Novanta, nel 1993 in particolare il primo cantante di Busto Arsizio ad andare a Sanremo. Luca Virago partecipò con un quartetto. La canzone, Ci vuole molto coraggio.

Ci sono stati anche anni bui, menzionava prima. Quali?

Fine anni Settanta, anche i primi Ottanta e primi Novanta. Poi il boom. Anche dei cantanti più famosi che tuttora partecipano. Morandi era in calo... a Sanremo è risalito e ha vinto con Ruggeri e Tozzi, con Si può dare di più. Mi ricordo che fu annunciata la morte di Claudio Villa.  Poi ci sono i momenti dei duetti, i revival, con le cover più famose cantati da altri. Piacevole in questo senso, anche se dipende da chi lo fa. Se è Giorgia un conto, se è Fedez...

Fedez non le piace quindi.

Direi proprio di no. Certi cantanti poi non li conosco perché non li seguo. C'è però un altro aspetto quest'anno.

Quale sarebbe?

Mi pare che Carlo Conti abbia approvato l'autotune. Io non sono favorevole: se uno stona, il bello è anche questo. Poi si dà più importanza al testo che alla performance canora ed è negativo. 

Possiamo dedurre che tiferà per Giorgia? 

Ero curioso di ascoltarla, sì. Poi forse Gabbani. E Massimo Ranieri, un cantate con una potenzialità enorme anche alla sua età. 

L'anno scorso vinse Angelina Mango.

La canzone non mi piaceva. Ah, chi mi ha incuriosito: Geolier, che ha portato la canzone in dialetto napoletano. Vuol dire che se ne può portare una in dialetto bustocco.

E i Talò sarebbero pronti: 

Be' vediamo con Ginetto Grilli, sarebbe bello, magari l'anno prossimo. Le canzoni che abbiamo scritto con lui hanno tutti gli arrangiamenti di Carmelo Patti, che è direttore di orchestra al festival. L'anno scorso è stato anche direttore d'orchestra per Il Volo. 

Marilena Lualdi

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