Politica - 07 febbraio 2025, 00:30

«Non possiamo stabilire una causalità diretta fra inceneritore e rischi per la popolazione». Le perplessità di Fiore

Illustrati in commissione i risultati dell’indagine epidemiologica fortemente voluta dal consigliere del gruppo misto. Il sindaco Antonelli ha fatto sapere che non chiederà nuove indagini sull’impianto di Borsano ad Ats, mostrandosi più preoccupato per altre fonti di inquinamento

«Non possiamo stabilire un nesso di causalità diretta fra l’inceneritore e gli effetti di eccesso di rischio sulla popolazione. Non vuol dire che non ci siano, ma non si possono associare con certezza alle emissioni dell’impianto».
Lo ha chiarito giovedì sera Ats in commissione illustrando i risultati dell’indagine epidemiologica sugli effetti delle attività dell’inceneritore ex Accam di Busto, oggi gestito da Neutalia, sulla salute della popolazione. Perplesso il consigliere comunale del gruppo misto – nonché membro del comitato No Inceneritore – Emanuele Fiore, che più di tutti ha richiesto lo studio: «Veniamo da 50 anni di convivenza con l’impianto e qualcosa significa, lo dicono i dati», ha affermato, chiedendo se vi saranno ulteriori ricerche. Lo auspica anche l’esperto individuato dal comitato, e Neutalia, con la presidente Laura Mira Bonomi, si dice disponibile a proseguire col monitoraggio. Ma il sindaco Emanuele Antonelli ha fatto sapere che non chiederà nuove indagini sull’inceneritore ad Ats, mostrandosi più preoccupato per altre fonti di inquinamento.

L’indagine

Alla seduta congiunta delle commissioni Ambiente e Sanità, presiedute rispettivamente da Roberto Ghidotti e Francesca Gallazzi, hanno preso parte dirigenti ed esperti di Ats Milano, Ats Insubria, Regione Lombardia e i vertici di Neutalia.
Pubblico più numeroso del solito in sala consiliare ad ascoltare la relazione sull’indagine epidemiologica realizzata dalle due Ats su richiesta del Consiglio comunale, relativa al periodo 2017-2019 (uno studio precedente si fermava al 2016) e incentrata sulla popolazione che vive nella zona dell’inceneritore di Borsano, “racchiusa” in un quadrato di 20 chilometri per lato. Si tratta di mezzo milione di persone.

Per quanto riguarda i decessi, l’indagine rileva eccessi per tutti i tumori tra gli altamente esposti agli ossidi di azoto (NOx) e per tumori causa-specifici tra gli altamente esposti a polveri sottoli (PTS) e NOx; eccessi di ricoveri per cause respiratorie tra gli altamente esposti a NOx. E ancora: eccessi di accessi al pronto soccorso tra gli esposti rispetto ai non esposti (NOx e PTS) per accessi per tutte le cause e un aumento degli accessi in codice rosso e giallo per gli altamente esposti nella popolazione pediatrica. «Ma non abbiamo idea di quanti fra questi fumino o abbiano problemi di sovrappeso – ha precisato Antonio Russo, epidemiologo di Ats Milano –. Pertanto non possiamo essere sicuri al 100 per cento che i risultati siamo dovuti all’esposizione. Questo lascia un margine di incertezza nel definire un’associazione causale».

«Non possiamo stabilire un nesso di causalità diretta fra l’inceneritore e gli effetti di eccesso di rischio sulla popolazione – gli ha fatto eco Walter Bergamaschi, direttore generale di Ats Milano –. Non vuol dire che non ci siano, ma non si possono associare con certezza alle emissioni dell’inceneritore».
Anche perché «l’inceneritore non si trova in un deserto, ma in un contesto in cui ci sono molti fattori confondenti. E poi i determinanti della salute sono collegati a cause ambientali, a come ci nutriamo, alla sedentarietà e all’abitudine al fumo».

«Lo studio si cala su un territorio che ha diversi problemi dal punto di vista della qualità dell’aria – ha evidenziato Dario Fossati della direzione generale Ambiente della Regione –. Gli inceneritori producono lo 0,0216 delle polveri sottili di tutte le emissioni della regione e l’1 per cento degli ossidi di azoto. Numeri veramente piccoli. E il contributo di emissioni dell’inceneritore di Borsano impatta lo 0,3 per cento per le polveri sottili e il 2 per cento per gli ossidi di azoto».
E se Roberto Esposito (collaboratore per gli aspetti concernenti l’Autorizzazione integrata ambientale) si è soffermato sul contesto normativo, Michele Falcone (amministratore delegato di Neutalia) ha elencato gli interventi effettuati sull’impianto, «oggi tornato a essere un termovalorizzatore, in grado di produrre energia elettrica. Dal 2021 a al 2024 abbiamo ridotto tutti i parametri emissivi, già al di sotto dei limiti di legge, e continueremo in questa direzione».

Perplessità e richieste

Per l’esperto coinvolto dal comitato No Inceneritore Paolo Crosignani, già direttore della struttura complessa di epidemiologia ambientale dell’Istituto dei Tumori di Milano, guardando ai dati dei tumori, «c’è stata un’esposizione che è continuata e che rende la popolazione estremamente fragile». Crosignani ha invitato a dare vita a «un sistema di monitoraggio basato sulla sola mortalità georeferenziata, il dato più certo. Forse farebbe parte dei compiti istituzionali di una Ats».

«Veniamo da 50 anni di convivenza con un inceneritore e probabilmente qualche effetto dannoso in passano l’ha avuto. E lo dicono questi dati – ha osservato il consigliere borsanese Emanuele Fiore –. Ci pareva doveroso, prima di partire con altri decenni di attività, fare questa indagine. Ci sono componenti esterne, come traffico, obesità, alcol e fumo… ma non è che qui fumino tutti come turchi o siano tutti alcolisti». Anche Adriano Landoni, portavoce del comitato ecologico Inceneritore e Ambiente, a margine ha detto con decisione che «i borsanesi non sono peggiori di altri nello stile di vita».
«Vorrei capire i prossimi passi che farà Ats, se ci saranno ulteriori indagini sulle cause di questi risultati», ha insistito Fiore. A suo dire, «abbiamo un dovere nei confronti delle persone che leggono i dati di andare a investigare le cause di questi problemi».

«L’indagine dice che non c’è un nesso causale ma può esserci una correlazione – ha affermato Paolo Pedotti (Pd) –. Per noi è importante andare a raccogliere ulteriori dati in modo sistematico».
Anche Gigi Farioli (Popolo, Riforme e Libertà) ha auspicato che «si faccia uno studio che consenta ad Ats di essere ciò che è. Così potremo fare scelte complesse relative a una realtà complessa».
E se anche l’ex consigliere comunale Luigi Genoni, oggi segretario provinciale del Movimento 5 Stelle, a latere della commissione ha richiesto una nuova indagine su latte materno, donne incinte e fasce pediatriche, il sindaco Antonelli rivolgendosi ad Ats ha detto che «da me non avrete più queste richieste», rimarcando come gli inceneritori abbiano un impatto limitato rispetto alle numerose fonti di inquinamento, a partire dal traffico, presenti in maniera importante nel nostro territorio.

Riccardo Canetta

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