Politica - 01 febbraio 2025, 18:41

Giorgetti a Villa Recalcati: «Varese deve trovare la sua identità». Centro federale del ghiaccio? «Forse anche un’altra disciplina»

Il ministro dell’Economia a tutto campo nella sede della Provincia. Sulla crisi Beko: «Parlo pochissimo, bisogna fare le cose senza fanfaronate, approfittando del golden power». Una «sconfitta» non essere riuscito a collegare Malpensa e Roma con l’alta velocità

Giorgetti a Villa Recalcati: «Varese deve trovare la sua identità». Centro federale del ghiaccio? «Forse anche un’altra disciplina»

«Varese deve trovare un’identità in un mondo che cambia rapidamente». Solo così si potrà contrastare l’enorme capacità attrattiva di Milano. Piccolo è bello, insomma. Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ospite d’onore a Villa Recalcati de “La Lombardia che vorrei”, format che Emanuele Monti, presidente della commissione Welfare in Regione Lombardia, ha ideato per confrontarsi sul futuro del territorio e che ora diventa associazione. Sulla crisi Beko: «Parlo pochissimo, bisogna fare le cose senza fanfaronate, approfittando del golden power per “comprare tempo” in attesa di una situazione diversa che non possiamo conoscere oggi».
Sull’ipotesi del Centro federale del ghiaccio, il ministro ha rivelato che «c’è anche quella del centro di un’altra disciplina di cui non faccio il nome».

In quattrocento hanno affollato la sede della Provincia, con tanti amministratori del territorio - non solo leghisti - a partire dal presidente di Villa Recalcati Marco Magrini e dal sindaco di Varese Davide Galimberti.

La Lombardia e Varese

Interrogato sulla Lombardia che vorrebbe dal giornalista varesino della Rai Roberto Pacchetti, il ministro originario di Cazzago Brabbia ha detto che vorrebbe una regione «cosciente di se stessa. È una potenza economica ma anche una realtà meravigliosa sotto il profilo naturalistico che ci invidiano un po’ tutti. Bisogna tradurre questa potenzia nei fatti. Le Olimpiadi potrebbero rappresentare una scossa».

E Varese? «Il problema è più complesso. Ci sottovalutiamo come provincia. Non è solo una questione di strutture o viabilità, ma il tema è trovare un’identità in un mondo che cambia rapidamente. Qui subiamo la capacità attrattiva di energie e risorse di Milano. I giovani migliori di Varese, se vogliono affrontare una carriera professionale, se non emigrano all’estero convergono su Milano. Ma se si impoverisce la dimensione dei giovani, è un problema serio in prospettiva. Dobbiamo trovare una specificità nostra».

«Piccolo è bello non è un diminutivo», dirà poi ai cronisti, citando l’università Liuc di Castellanza oltre all’Insubria e insistendo: «Dobbiamo tenere qui i nostri cervelli». Tra i gioielli da valorizzare, anche il centro ricerca di Ispra.

Crisi Beko: «Tenere duro»

Si è parlato ovviamente delle imprese del territorio. «Leonardo, che piaccia o no, beneficia del grande rilancio dell’industria della difesa». Su Beko, invece, «c’è un settore ahimè maturo come quello della produzione di elettrodomestici che sparirà dall’Europa». Della vicenda «parlo pochissimo, bisogna fare le cose senza fanfaronate. Occorre, approfittando del golden power, strumento per comprare tempo, fare un ponte verso una situazione diversa che non possiamo conoscere in questo momento. Tra qualche anno forse tornerà competitivo produrre qui. Strumenti desueti o fuori dalla storia vent’anni fa tornano di attualità. Bisogna tenere duro, le cose possono anche cambiare».

Sport, una «taglia giusta per Varese»

Giorgetti è un grande appassionato di sport. «Bisogna cercare la taglia giusta per Varese – ha detto in proposito –. Non si possono inseguire i grandi eventi degli sport che vanno per la maggiore, come calcio o pallacanestro. Occorre cogliere le opportunità di sport meno conosciuti ma con una schiera appassionati e cercare di affermarsi. Abbiamo un aeroporto e belle situazioni di accoglienza. Quello che è successo con canottaggio e ciclismo può accadere con altre discipline. E questo significa anche riscontri economici».

Sugli impianti sportivi: «Stati, regioni o comuni non possono fare sforzi in questo periodo». Bene dunque «se ci sono privati che possono fare investimenti, che devono avere dei ritorni». Certo, «molto dipende dal successo sportivo delle nostre squadre».

Parlando con i giornalisti, il ministro ha poi rivelato che non c’è solo l’ipotesi del Centro federale del ghiaccio a Varese, ma anche quella del centro «di un’altra disciplina che non dico. Stiamo revisionando l’arrangiamento di questi progetti legati al Pnnr. Entro febbraio si capirà».

La «sconfitta» dell’alta velocità Malpensa-Roma

Capitolo Malpensa. L’aeroporto «ha trovato una sua dimensione, continua a crescere e creare occupazione e lavoro. Quello che manca, ed è la mia grande sconfitta perché l’ho chiesta più volte, è l’alta velocità che connetta l’aeroporto a Roma. Però non si può… Non capisco perché andare in centro a Milano quando un bacino di 3 milioni di persone potrebbe parcheggiare a Malpensa».

La sanità

Per quanto riguarda la sanità, per Giorgetti «non è più tempo del medico della mutua. Non penso sia un discorso pubblico-privato. La realtà sociale è cambiata ed è più anziana e in questo momento subiamo drammaticamente l’onda Covid. La nostra sanità è buona, può migliorare, le liste attese sono aumentate e deve aumentare anche livello della prestazione sanitaria. Ma anche a Varese si vuole andare a Milano».

Governo e conti

Come vorrebbe venisse ricordato il governo Meloni? «Per essere riusciti a ridare fiducia a un Paese abituato a essere considerato una pecora nera. Invece è un grande paese con grandi potenzialità». E ancora: «I conti pubblici sono in ordine grazie a scelte impopolari come quelle su reddito di cittadinanza o Superbonus. Siamo in una coalizione, vogliamo portare avanti le grandi riforme per cui siamo nati, cercando di dare risposte al territorio».

Giorgetti non vuole «parlare di questione settentrionale». «Ma la diversità della Lombardia merita di essere riconosciuta. Per il Giubileo abbiamo dato centinaia di milioni a Roma. Immagino che il sindaco di Milano pensi sia giusto che si faccia altrettanto con le Olimpiadi».

Riccardo Canetta

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