Enogastronomia - 22 gennaio 2025, 11:00

I bruscitti? "Un piatto piemontese"!

Lo afferma TasteAtlas, una guida gastronomica croata online che ha tolto alla nostra città la paternità della ricetta bustocca per eccellenza, eliminando anche la “i” finale e aggiungendo il cavolo durante la cottura. Magistero, pensaci tu?

Un sito croato ma interamente scritto in inglese: TasteAtlas è una sorta di enciclopedia dei piatti regionali di tutto il mondo. Li cataloga, li recensisce, li classifica, vi dice anche dove andare a mangiarli. Questa immensa guida gastronomica online ha dieci anni di vita, creata nel 2015 dal giornalista croato Matija Babić. Un bell'archivio, per documentarsi prima di un viaggio, vicino o lontano, per capire, cari #foodlovers di tutto il mondo, cosa poter assaggiare nel posto in cui andrete in villeggiatura. Iniziativa lodevole, non fosse altro che in questi anni TasteAtlas è più di una volta incappato in qualche scivolone, come per esempio quando stilò una “memorabile” classifica dei formaggi più buoni del mondo che scatenò una battaglia di “celodurismo caseario” tra noi e i cugini transalpini. Il sito fu citato anche dal Ministro Francesco Lollobrigida, nel 2022, perché mise l'Italia davanti a tutti i paesi del mondo nella classifica della miglior cucina nazionale. Per dovere di cronaca, il ranking più aggiornato ci vede ora secondi dietro la Grecia. Sapevatelo (cit).

Nella graduatoria dei piatti peggiori al mondo pubblicata qualche giorno fa, tra l'altro, al quattordicesimo posto troviamo i nervetti, antipasto attribuito a Milano ma che ovviamente trova posto anche sulle tavole della nostra zona in quei pasti più sostanziosi e maggiormente legati alla tradizione. 

Ma, ora arriva il “bello”, se si cerca nell'immenso database del sito croato poco viene detto di Busto. Anzi, in realtà proprio nulla: la nostra città è scomparsa da qualsivoglia radar culinario planetario e beffata sia da Saronno, sia da Gallarate, entrambe citate per via degli amaretti. 

Ma come, e non ci sono i bruscitti? Eccome se ci sono, ma TasteAtlas li attribuisce al Piemonte.: «I bruscitt sono un piatto tradizionale italiano originario del Piemonte – afferma il sito “specializzato” nella pagina dedicata al nostro piatto - Anche se esistono molte ricette e varianti, il piatto è solitamente preparato con una combinazione di manzo, pancetta, aglio, cavolo, vino rosso (idealmente Barbera), burro, sale e pepe».

Ok aver citato la Barbera, che poi è l'unica cosa piemontese di tutta la preparazione oltre, forse, la provenienza della carne. E va bene anche non aver aggiunto che il sale deve essere “giusto” e il pepe “discretissimo”, una nostra simpatica pignoleria. Ma, dopo aver eliso la “i” finale, i bruscitti sono anche stati spostati a ovest di parecchi chilometri, attribuiti ai cugini piemontesi, che di specialità culinarie ne hanno già a bizzeffe. È davvero troppo: come quelli che chiedono la restituzione della Gioconda, roba da far nascere il comitato “ridateci i bruscitti!”. 

La restante parte della ricetta è quasi perfetta, eccezion fatta per un dettaglio non trascurabile: al posto dell'erbabona ci hanno infilato il cavolo. Sorge spontaneo chiedersi: ma che cavolo c'entra?

E a questo punto c'è da aspettarsi una alzata di scudi da parte di tutti i bustocchi amanti della buona cucina e delle tradizioni, affinché l'errore sia corretto e giustizia sia fatta. Con tanto di intervento “divino”: San Magistero pensaci tu!

Giovanni Ferrario

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