Ieri... oggi, è già domani - 21 gennaio 2025, 05:00

"a sgurlèa"" - la smagliatura

Le calze di nylon in Italia, sono arrivate in tempo di guerra (1940-1945) e non prima. Le hanno portate gli Americani

"a sgurlèa"" -  la smagliatura

La parola è arrivata per caso. Ero a casa del Giusepèn e Maria (sua figlia) si stava preparando per uscire. "Là'a'ndò a pruedi" (deve andare a far compere) catechizza Giusepèn e sentiamo Maria a voce alta che bofonchia un po' innervosita "me gni giù 'na sgurlea" e si accinge a cambiare le calze, aggiungendo qualcosa che Giusepèn ed io, non riusciamo a decifrare.

Tuttavia, bisogna "prendere da una cosa negativa, quel che c'è di positivo" e l'abbiamo scritto più volte. Il "negativo" è proprio la "sgurlèa", mentre il "positivo" è riaccendere la curiosità per una parola antica che nel Dialetto Bustocco da strada, mancava e che ora …. rivitalizziamo.

La "sgurlèa" è la smagliatura che si compie nelle calze (specie quelle da donna) quando si …. sfila un filo o quando con l'anello che si indossa, si "ferisce" la calza. Quindi, si cambia subito la calza e successivamente, sarà possibile "riprendere" il filo rotto e riallinearlo agli altri. Non è che si tratta di un "rammendo" per il fatto che lo stesso "rammendo" si vedrebbe subito, ma col filo riallineato, è possibile "godì" (godere, riutilizzare) le calze rotte e …. aggiustate.

Già che ci siamo, scriviamola tutta. Le calze di nylon in Italia, sono arrivate in tempo di guerra (1940-1945) e non prima. Le hanno portate gli Americani, quando sono giunti in Europa e sono sbarcati sia in Sicilia sia ad Anzio, nei pressi di Roma.

Insieme alla cioccolata e al GOLD ONE, gli Americani hanno portato le calze di nylon, autentica novità per il gentil sesso - poi due parole le diremo per il GOLD ONE - ora dedichiamoci alle calze di nylon. All'epoca, questo tipo di calze che fasciavano le gambe del "gentil sesso", presentavano una cucitura che dal tallone arrivava sino alla coscia e (a detta di Giusepèn) "la mustrèa i gambi, bei e slancioi" (mostrava le gambe delle donne, belle e slanciate) - specie nelle gentili signore, le calze di nylon hanno avuto immediato successo. Le ragazze, le giovani erano "quasi proibite" a mostrarsi in pubblico con addosso quelle calze, per il fatto che, all'epoca, dalle ragazze in poi (signorine, donne) erano in uso le calzine e le calze a mezza-gamba. Trovarsi di fronte a cotanta bellezza delle calze di nylon, anche la moda aveva le proprie …. esigenze.

Trattandosi però di "tempo di guerra", erano pochissime le signore che potevano permettersi il lusso delle calze di nylon e chi le indossava erano le attrici dell'avanspettacolo o impegnate nei film. Si deve pure aggiungere che gli Americani "utilizzavano" l'arma della seduzione, e … proponevano alle ragazze, questo speciale indumento, per avere …. rapporti intimi. Poi, ogni donna, per esser elegante e per mostrare la propria raffinatezza, non poteva fare a meno proprio di questo indumento.  Passiamo ora al GOLD ONE, per specificare che a Busto Arsizio, l'hanno portato gli Americani, sempre al tempo di guerra. Non è che gli Americani erano in città, ma il "prodotto" che portarono dagli USA ebbe subito un successo grandioso fra gli uomini.

Si tratta del "preservativo" che ovviamente si acquistava in Farmacia. Però, in pochi conoscevano la parola italiana ed era difficoltoso mostrarsi in Farmacia a chiedere davanti a tutti, la scatola dei "preservativi" - quindi era molto più facile dire "domi 'n guldon" che subito il farmacista, sapeva cosa fornire al cliente. Nel termine specifico, GOLD vuol dire oro, mentre ONE significa uno.

Quindi, con GOLDONE si risparmiava sulle parole e con una sola (appunto goldone) si chiedeva al Farmacista, il preservativo.

Maria s'è cambiata le calze. Ha messo il "beletu" (rossetto) e sporta in mano, saluta e va "a pruedi". Anche qui, c'è una storia. "Pruedi" vuol dire "provvedere" ed è chiaro che il termine è generico, ma nel Dialetto Bustocco da strada, "pruedi" significa semplicemente "andare a far la spesa".

Piccola sottigliezza. Quando si trattava di parlare in italiano, si diceva "provvedere", come si è scritto. Tuttavia, la giusta dizione sarebbe provvèdere con l'accento sulla prima e….. e non parola lineare come abbiamo indicato.

Giusepèn è contento per i "culzetti da nylon" e per il "goldone" - strabuzza un po' gli occhi e, col suo sorriso sardonico, fa capire …. molte cose! Forse sta pensando alla "sgurlèa", ma ne dubito!

Gianluigi Marcora

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