Dopo aver cancellato dal regolamento le mozioni di sfiducia per gli assessori, il Consiglio comunale ha respinto – col voto compatto della maggioranza – la mozione di censura ai danni dell’attuale assessore alla Sicurezza Matteo Sabba.
Il caso è ormai noto e riguarda la sua incompatibilità da consigliere per via della gestione della concessione del chiosco del parco Comerio.
Se n’era già parlato in assise, attraverso un’interrogazione presentata dalla maggioranza per consentire all’assessore e al sindaco Emanuele Antonelli (che aveva insistito sulla buona fede di Sabba) di fare chiarezza (leggi qui).
Le risposte arrivate nell’ultima seduta dello scorso anno non hanno però convinto la minoranza, che ha portato in sala esagonale una mozione di censura. Non di sfiducia (per la quale fino a oggi era previsto il voto segreto), poiché la sottoscrizione di Emanuele Fiore del gruppo misto era arrivata dopo la convocazione dell’assemblea.
«L’eletto signor Sabba era stato dichiarato unanimemente incompatibile dal Consiglio comunale – ha ribadito il capogruppo del Pd Maurizio Maggioni –. Le cause di incompatibilità non sono state rimosse fino al giorno prima di diventare assessore. Non accettiamo l’argomento della buona fede. Si tratta di trascuratezza, il Consiglio è stato preso in giro».
«È inutile ripetere quanto già detto – ha tagliato corto Antonelli –. Propongo di passare subito al voto». E, seguendo l’indicazione del sindaco, il dibattito è stato quasi un soliloquio della minoranza.
«Qui discutiamo del rispetto delle regole che sono state infrante», ha detto Santo Cascio (Progetto in Comune), contestando a Sabba “l’aggravante” essere l’assessore che dirige la Polizia locale. «Non voglio essere complice di un messaggio diseducativo nei confronti dei cittadini», ha aggiunto, per poi rivolgersi direttamente all’esponente di giunta: «Sta mortificando sensibilità e coscienze per non voler fare un passo indietro».
Quantomeno, è intervenuto Paolo Pedotti (Pd), «una volta appurata l’omissione, il minimo che Sabba avrebbe potuto fare era restituire l’emolumento da consigliere. Se non censuriamo quel tipo di comportamento, ogni consigliere si sentirà autorizzato a fare qualunque cosa».
«Di fronte a quello che è successo, che valutazione potrebbe fare il cittadino comune? – si è chiesto Gianluca Castiglioni (Busto al Centro) –. Non basta la buona fede per giustificare uno sbaglio».
«Anche oggi nessun intervento della maggioranza – ha fatto notare Valentina Verga (Pd) –. È surreale: è un dovere prendere una posizione». Le ha subito replicato Massimo Rogora (Fratelli d’Italia): «Non serve a niente questa mozione. Parliamo di aria fritta».
Ha quindi preso la parola Gigi Farioli (Popolo, Riforme e Libertà): «Ho molta amicizia e simpatia e sono affezionato al collega Sabba. Ma questo voto è un’assunzione di responsabilità e coscienza nel rispetto del dovere e diritto che hanno i consiglieri di fare in modo che vengano tutelate legalità, correttezza giuridica, trasparenza e le libertà di agire delle istituzioni. Non vogliamo che Sabba se ne vada. Speriamo che questa storia finisca qui, ma ogni cittadino può fare esposti, ci sono altri enti, c’è la Corte dei conti. È giusto che ciascuno si assuma la responsabilità del voto».
Discorso apprezzato – tra i banchi della maggioranza – anche da Francesco Attolini (FdI). Ma al momento del voto, la maggioranza ha respinto compattamente la mozione di censura nei confronti di Matteo Sabba.