Ieri... oggi, è già domani - 17 gennaio 2025, 05:00

"Gioeubia e non Giobia" - (alla francese e non al "volgare")

La Gioeubia è rappresentata da un fantoccio che brucia sopra una catasta nutrita di …. tutto (legna, stoppie, rifiuti di ogni genere)

Il falò a Busto

Il falò a Busto

L'ultimo giovedì di gennaio (nel 2025 sarà il 30 che coincide pure coi "tri dì dàa merla") si celebra a Busto Arsizio la ricorrenza della Gioeubia. Non solo. La Gioeubia (per i pochi Bustocchi che non lo ricordano) segna la "fine dell'inverno", il "bruciare" tutte le angherie della vita, una specie di "toccasana" colma di speranza, affinchè il prosieguo dell'anno sia costellato di tante "cose buone".

La Gioeubia è rappresentata da un fantoccio che brucia sopra una catasta nutrita di …. tutto (legna, stoppie, rifiuti di ogni genere) e al rito di un "ritornello" ci si diverte, con qualche rischio dovuto alla dabbenaggine dei convenuti. Che recita il ritornello? "a Gioeubia (ripetuto due volte) l'à mangia a cazoela, la mangia a pulenta. A Gioeubia l'è cuntenta. Cuntenta in ginugiòn cunt'i man in uraziòn" (la Gioeubia mangia il bottaggio, mangia la polenta. La Gioeubia è contenta. Contenta in ginocchio, con le mani unite in preghiera).

Consentitemi una "variazione sul tema" che poi si ricollega al …. tema. Un vecchio ritornello di una canzone, diceva "Dio è morto" e fu oggetto di diatribe, scherno, condanna, sino al commento della Chiesa che (invece) non lo condannò. E nemmeno lo considerò blasfemo. Per un semplice motivo: il ritornello spiegava "quando e come" Dio è morto. Traslato ai giorni nostri, "Dio è morto" in Ucraina e in Palestina" dove infuriano guerre ed eccidi criminosi - è morto ogni qualvolta una Persona è priva di sostentamento - quando ci si droga - quando si compiono morti sul lavoro, nei femminicidi, quando si stuprano i bambini, quando la Sanità non sostiene i deboli e … .potrei andare avanti con i "delitti" sino all'eccesso, a motivare quel "Dio è morto" - ne aggiungo un altro di motivo sul "Dio è morto" - quando le troppe (e inaudite) Leggi non sono chiare e permettono alla Giustizia di … non essere giusta e, addirittura arrivare a sostenere "risarcimenti folli in denaro del Cittadino, a chi ha patito da innocente il carcere".

Ritorno alla Gioeubia. Al Dialetto Bustocco da strada, alla Parlata Locale, alle "sevizie" che ha subito il Dialetto Bustocco, alla millantata pseudo-verità nel chiamare Giobia o Giubiana, la Gioeubia. Invece di mettere qui "Dio è morto" ci metto il " Dialetto Bustocco è morto" - ho scorso parecchi libri sul "Bustocco" scritti da eminenti Personaggi locali. Già all'epoca si "tentava" di "italianizzare" il Dialetto Bustocco, ma, invece di trarre beneficio a salvaguardia della Tradizione, la si cosparse di inutili interpretazioni per tentare di ribadire che il Bustocco si era aggiornato (sic).

Io mi reputo un "carbonaro" e (lo dico un'altra volta) che ha imparato il Bustocco quando succhiavo il latte da mamma. Sono cresciuto col Dialetto Bustocco, lo parlavo anche alle Elementari ed era proibito per Legge (ecco il motivo del "carbonaro") e ho patito le "angherie" della maestra (pace alla signorina Maria Pia Vandoni arrivata a insegnare a Busto Arsizio, da Bellinzago in Provincia di Novara) che comunicava a mia madre "suo figlio, non parla l'italiano, ma il Bustocco tradotto" - io, l'Italiano, non lo conoscevo. In casa si parlava unicamente il Bustocco. L'ho imparato con estrema fatica a Scuola, l'italiano e la mia vita era imperniata sul Dialetto Bustocco da strada. Ero obbligato a parlare Italiano, come a studiare un'altra lingua oltre al Bustocco? E' come dire a chi scrive con la destra, di "imparare" a scrivere con la sinistra, come a un ateo, farlo pregare, a un astemio, bere. Ero un bambino e (un bambino Bustocco)  ho faticato a imparare l'Italiano.

E non tollero che si millanti la mia Lingua con sotterfugi italianizzanti e intrisi di "milanese", di "varesotto" e di parole amene, provenienti a Busto da altri luoghi.

La PROVA? - il mio Dialetto Bustocco da strada è GENUINO - avrà delle imperfezioni fonetiche o accentuate in maniera diversa dal lecito, ma è la Parlata, l'idioma, il "vangelo" della nostra gente. Anche per il fatto che il Dialetto NON si scrive, ma lo si impara parlando. Nei miei due libri scritti sul Dialetto (ul Giusepèn" e "Giusepèn e Maria") si evince la "gloriosità" del Dialetto Bustocco da strada e non temo confronti con chi ha imparato il "Bustocco" dopo aver imparato l'Italiano.

Ritornando al "Dio è morto", l'Autore (con la Speranza nel cuore e l'Anelito nell'anima) ha concluso la canzone con "Dio è Risorto", ma è una "licenza poetica"; anche per il fatto che ….Dio non poteva ne patire e ne morire …. semmai l'Autore avrebbe dovuto scrivere GESU', ma la canzone avrebbe perso il mordente. - visto i tempi, so che …..morto io, nessuno mai andrà a rispolverare il Dialetto Bustocco da strada - l'hanno fatto (ad esempio) col Latino, figurarsi ora che anche pseudo-Bustocchi si sono arresi alla manipolazione delle Tradizioni!

Gianluigi Marcora

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