Storie - 10 gennaio 2025, 10:53

Il gesto di “Rosa”: un ultimo atto di generosità che vive nella scienza e nell’altruismo

Alla fine della sua vita, la signora Rosa (nome di fantasia) ha scelto di donare il suo corpo alla ricerca scientifica, un atto di grande generosità che continuerà a supportare lo studio di malattie rare e cure innovative. Un esempio di altruismo che ispira le generazioni future

Il gesto di “Rosa”: un ultimo atto di generosità che vive nella scienza e nell’altruismo

Una diagnosi severa arriva a poco prima degli ottant'anni: una malattia che preannuncia una rapida perdita delle autonomie fondamentali e una ridotta aspettativa di vita. La signora Rosa (nome di fantasia) non perde tempo e si concentra su un aspetto che le sta particolarmente a cuore: il proprio destino negli ultimi giorni di vita e dopo la morte.

Si reca in Comune e deposita le sue volontà sotto forma di DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento, previste dalla Legge n. 219 del 2017). Con grande generosità, pensa anche agli altri, a coloro che, come lei, potrebbero trovarsi a lottare contro malattie per le quali non esistono ancora cure efficaci. Alla fine dell’estate, infatti, Rosa prende una decisione innovativa: dopo la morte, donerà il suo corpo alla ricerca scientifica.

La fine della sua vita arriva purtroppo nell'ultimo giorno dell'anno appena trascorso. Quando la figlia, fiduciaria della madre, informa la struttura di Medicina Legale della ASST dei Sette Laghi, diretta dal Dott. Massimo Alonzo, l'ente si attiva immediatamente per realizzare la volontà di Rosa.

Nei prossimi giorni e per un anno intero, il corpo della signora continuerà a supportare medici e ricercatori in un Centro autorizzato per la conservazione dei corpi dei defunti, impegnati quotidianamente nello studio di malattie rare e cure innovative, per garantire un futuro migliore a tutti noi. Trascorso un anno, come prevede la legge, Rosa potrà finalmente essere restituita ai suoi cari, lasciando alle generazioni future un esempio di altruismo e bontà.

«Questo è il primo caso di donazione del corpo alla scienza per ASST Sette Laghi - spiega il Dott. Alonzo - e speriamo che altri seguano il suo esempio, contribuendo così al progresso scientifico. La decisione della signora Rosa è stata possibile grazie alla Legge n. 10 del 2020, che ha introdotto nuove regole per la donazione del corpo in Italia, migliorando la protezione dei diritti dei donatori e delle loro famiglie. Siamo profondamente riconoscenti alla signora Rosa, che ha dimostrato non solo grande generosità, ma anche una modernità di pensiero e un'apertura mentale che speriamo possano ispirare tutti noi».

Redazione

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