«Non considerando le valutazioni giuridiche, che comunque avremo modo di approfondire, vale una considerazione che caratterizza l’importante storico dibattito sulla scelta di ricorrere al voto palese o al voto segreto nelle assemblee democratiche.
Attribuibile ad un filosofo intervenuto agli albori della nascita dei sistemi democratici afferma che quando un popolo è buono e tutti i cittadini sono rispettosi delle regole, “il voto deve essere dichiarato ad alta voce”. Ma quando il popolo vede cittadini malvagi e cittadini che non rispettano le regole, il voto deve essere segreto per tutelare coloro che, buoni, vogliono cambiare.
Di questo filosofo dico solo che non era liberale; non cito il nome perché lo lascio alla ricerca di chi pretende, quasi in ogni seduta, di pontificare giudizi di inadeguatezza ai consiglieri di minoranza, dimostrando peraltro una evidente improvvisazione su argomenti la cui delicatezza meriterebbe un organica analisi giuridica e politica». Così Maurizio Maggioni, consigliere comunale e capogruppo del Pd nella pubblica assise di Busto, a proposito della delibera di modifica del Regolamento per introdurre il voto palese (LEGGI QUI).