Natale raduna le famiglie e così è avvenuto per quella dell'Ardor. La società calcistica di Sant'Edoardo a Busto Arsizio si è riunita oggi, sabato 21 dicembre, nel teatro San Giovanni Bosco per una festa che ha collezionato momenti speciali. Scherzosi, solenni, generosi: come accade quando si sta tutti insieme attorno a un pallone ma soprattutto ai valori.
Ad aprire la festa degli auguri (scandita in due tempi per il numero elevato degli atleti e con altrettanti spettacoli, uno di magia, l'altro di danza con Aretè) il presidente Alessandro Meraviglia. Un colpo d'occhio pazzesco dal palco quei ragazzini con le loro famiglie e Meraviglia li ha ringraziati, sottolineando che «mi fa molto piacere, vuol dire che l'Ardor andrà avanti ancora per chissà quanto tempo». Perché Ardor è una realtà legata a una comunità, una parrocchia, un mondo che si rigenera sempre sui principi condivisi, non a una persona. Don Gabriele Bof - portando i saluti del parroco don Antonio Corvi - ha tenuto a sua volta a ringraziare «tutta la famiglia dell'Ardor, chi gioca, i mister, la dirigenza tutta, fino ad arrivare ai genitori. Grazie per la fiducia che riponete».
Ad Alessandro Lavazza, responsabile del settore giovanile, il compito di guidare la manifestazione e ricordare le attività messe in campo dall'Ardor. Il calcio, certo, ma legato all'impegno formativo e non si può scordare quello sociale, che passa anche dalle donazioni alla Caritas o all'ospedale di Pavia. Questa compattezza attorno ai valori fa sì che si sia avanti sui tempi: il responsabile per la tutela dei minori, la società l'ha introdotto prima che fosse obbligatorio.
Di qui anche gli applausi della giunta di Busto, rappresentata dal vicesindaco e assessore allo Sport Luca Folegani e dall'assessore alla Cultura Manuela Maffioli. Il primo ha evidenziato la ricchezza che porta una società simile con staff e genitori ricchi di passione, la seconda ha ribadito che Ardor è un valore del quartiere ma anche di tutta la città.
Si scioglie il cuore vedendo i più piccoli - classe 2019 - salire sul palco, poi si sale d'età, con un'eccezione per festeggiare il compleanno di un mister. Anche questo è famiglia. Pioggia di foto, premi, i calendari a ricordare il percorso condiviso e voglia di correre avanti: compare anche la foto di Kevin Zeroli (LEGGI QUI), esempio di come si possa aspirare a essere campioni con umiltà. Ma sempre insieme.
(si ringrazia Francesca Mason per la collaborazione fotografica)
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