Ieri... oggi, è già domani - 13 dicembre 2024, 05:06

"i palanchi s'à spendàn e s'à butàn via non" - i soldi si spendono e non si sperperano

A grandi passi, s'avvicina il Natale. Ne parlano tutti. Figuriamoci se non deve farlo Giusepè

"i palanchi s'à spendàn e s'à butàn via non" -  i soldi si spendono e non si sperperano

A grandi passi, s'avvicina il Natale. Ne parlano tutti. Figuriamoci se non deve farlo Giusepèn. Tuttavia, il discorso monetario, affascina il mio stupendo e arzillo "socio". Introduce un tema che è nel contempo, realistico e non solo, stupefacente. Parla del "medio circolante". Per  chi è digiuno di Economia, il "medio circolante" è semplicemente il denaro che passa di mano tra chi deve acquistare a chi ha qualcosa da vendere. Non solo: "medio circolante" è il totale della "velocità" con cui chi è in possesso di denaro, lo "scambia" con un bene duttile, che si può comprare. Dentro il "medio circolante", ci sono i Bonifici, gli acquisti on-line, le carte di credito e di debito che, non sostituiscono il denaro e le Banconote, ma evitano le loro uscite, la loro …. circolazione!

Non sono certo un maestro di Economia, ma Giusepèn mi informa che quando s'è presentato in Posta a riscuotere la pensione, s'è sentito dire che "i soldi vanno custoditi e non sperperati in poco tempo". Giusepèn ha riflettuto, poi mi ha chiesto "ti, sten disi?" (tu cosa ne dici?) - che comprende pure il "cosa ne pensi?" - conoscendo Giusepèn, so che la sua generazione, oltre a "mettere i soldi sotto il materasso" (come si usava dire), possedeva molto meno "medio circolante" di quanto è possibile averne oggi. Per una semplice ragione: allora, senza la presenza dei supermercati, si andava a "pruèdi" (provvedere - far la spesa), in negozi specifici (macellaio, salumiere, prestinaio, verduriere e "si usava" avere per ciascuno "ul librettu" (il libretto) su cui il negoziante, annotava e registrava la spesa. Ovvio che il cliente aveva il proprio "libretto" con la registrazione "a mano" fatta dal negoziante che parimenti registrava sul libretto in suo possesso.

Così facendo, ogni famiglia impostava il proprio "tenore di vita", considerando le proprie entrate, da organizzare con le proprie uscite, in merito ai propri bisogni. Per dire che, si stabiliva col Negoziante, il momento della regolazione dei conti: solitamente era di 15 giorni, "candu i uperòi i ciapeàn àa quindasoea" (quando gli operai, percepivano dal datore di lavoro, la quindicina). Sembra strano, ma questa semplice operazione finanziaria, permetteva di ridurre i tempi del "medio circolante"; vale a dire, solo due volte al mese, si concretizzava il "percorso" delle Entrate con le Uscite. Quindi, si evitava un'uscita folle del denaro e un'entrata frenetica dello stesso. Che avrebbe potuto causare danni economici di portata non indifferente. Spendere quotidianamente, significa  dare al denaro una "velocità di circolazione" che non permette di soddisfare in pieno i reali bisogni. Si potrebbero acquistare "beni secondari", mentre di fronte a un reale bisogno, ci si troverebbe in difetto di valuta che potrebbe costringere una Famiglia a far debiti o a chiedere un prestito alla Banca che ovviamente non è gratuito. "Guaia a fò debiti" (guai far debiti) incalza Giusepèn, "chi lu musùa, lu dùa" (chi è parco nello spendere, è pure oculato) ed è ciò che oggi, specie con le carte di credito, è facile "splafonare" dal proprio budget di spesa e trovarsi un conto corrente "asciutto" prima del prossimo reintegro. Col Natale alle porte, il "medio circolante" aumenta vertiginosamente, prende un'impennata e le "cause" sono semplice: tredicesima, in primis, premi di produzione, prebende che consentono  a chi ha titolo a riscuotere, una maggiore disponibilità che consente un soddisfacimento extra dei propri bisogni.

Chi non è accorto, pensa che "i danè i finissàn moi" (i soldi non finiscono mai) catechizza Giusepèn ed è necessario restare sempre accorti, per non incorrere in aggravi, causati dai maggiori oneri che la Banca applica a chi "non usa" i propri soldi, ma "usa" i soldi della Banca.

Giusepèn annuisce e io gli chiedo il motivo per il quale mi ha indotto a parlare di "medio circolante".. Lui, il,."mio Giusepèn" così candido, gioioso, serio e …. festante, prima ci scherza sopra …."se da non gu pu i danè par ul Nocino" (altrimenti, non ho più soldi per il Nocino), poi dice: "rispettu pài vegi e …. utemail a fo men'na olta" (rispetto per gli anziani e …. aiutiamoli a comportarsi come si faceva un tempo). Grazie per il consiglio, Giusepèn!

Verissimo: i soldi si spendono, ma non si devono buttare!

Gianluigi Marcora

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