Ieri... oggi, è già domani - 10 dicembre 2024, 05:00

"al perdi i bausci" - perde la saliva

Si fa viva Maria. Non è spazientita, ma sbotta

"al perdi i bausci" -   perde la saliva

Si fa viva Maria. Non è spazientita, ma sbotta con un perentorio "al perdi i bausci" e un pochino, mi spiace sentirglielo dire. Si sta rivolgendo a papà-Giusepèn e … .non mi aspettavo una simile dichiarazione. Vuol dire semplicemente quel "al perdi i bausci" che Giusepèn ha avuto una salivazione che non è riuscito a contenere. Maria aggiunge "digàl non al me po’" e allora si che rispondo a Maria "dopu an parlàm".  - eccoci alle traduzioni: "papà, perde saliva" ed è normale, dico a Maria - Giusepèn ha compiuto 98 anni, è "arzillo come un grillo", totalmente autosufficiente, c'è nulla di strano se talvolta (giuro, solo talvolta l'ho visto), ha una salivazione eccessiva che potrebbe pure …. debordare. Vediamone allora i motivi: lo fanno gli infanti, le creature innocenti che non sono ancora in grado di contenersi e lo fanno le persone, quando giungono a una certa età: i muscoli facciali (e non solo loro), sono meno elastici, sono usurati per il decorso del tempo e …. c'è nulla di anomalo, quando si potrebbe "perdere saliva" - attenzione, può succedere anche a vent'anni, quando si compie una eccessiva fatica e via-via col tempo …. a 30-40-50 anni e … oltre. Se si verifica per un uomo di 98 anni, è palese, non si può gridare allo stupore e nemmeno pensare che a quell'età, un uomo sia …. rincoglionito (perdonate l'ardire, ma è per farci comprendere in fretta).

Poi quel "digàl non al me pò’" (non dirglielo), mi sembra un'ipocrisia e una scusante …. forse un tentativo di …. aggrapparsi sui vetri da parte di Maria - io l'ho messa sul …. reale, senza ipocrisia. Al momento opportuno, dico a Giusepèn "iei ù perdù i bausci … .l'è pecò?" (ieri ho perso salivaè grave?) e Giusepèn … .innocente com'è risponde "l'è naguta" e mi offre le stesse risposte che ho fornito a Maria. - chiuso "incidente"

Intanto, vediamo di ampliare il discorso. Cominciamo con i "bauscia" per eccellenza: l'Inter e i suoi tifosi - sono chiamati così, per il fatto che appartengono alla categoria dei ricchi, di chi parla a vanvera e conoscono unicamente la loro realtà - nulla di irriverente, "bauscia" affibbiato alla seconda squadra di Milano (per chi non sapesse, il Milan è sorto prima dell'Inter e l'Ambrosiana-Inter è sorta sei anni dopo il Milan che allora era Milàn (con l'accento sulla à - per avere il nome di Milano, originale), per opera dei signori, fuoriusciti dalla Casa-Madre. Per onore di chiarezza, il nomignolo affibbiato al Milàn (sempre con l'accento sulla à) era (ed è) "casciavidd" (cacciavite) - per il fatto che si riferisce alla Classe Operaia, a chi opera e fa fatica, a chi è immerso nel mondo del Lavoro, che produce ricchezza, che ha l'onore di inventare qualcosa di buono e …. tante altre peculiarità. Milàn , poi Milan è PRIMOGENITURA e simbolo indelebile si STORIA.

Visto che ci siamo, Busto Arsizio declama "bausciòn" uno che parla a vanvera, che racconta corbellerie, che millanta la verità, che si può smentire con semplici constatazioni. "Bausciòn" è un epiteto ed è riservato a colui che manifesta la propria ignoranza, che non è tenuto in considerazione.

Ritornando ai piccoli, gli infanti, occorre rispetto. Ci siamo passati tutti. Le rispettive mamme solevano "giustificare" quel "perdi i bausci" che si manifestava nel periodo in cui si formavano e crescevano i denti - processo naturale …. "i denci dà lòci" (i denti di latte) come venivano chiamati i primi denti, avevano la funzione di rompere le gengive (per poi cadere da soli) e da qui si evince "al perdi a bova" (perde la bava) che assolutamente non è BAVA, ma saliva copiosa che (tra l'altro) disinfettava la ferita sulle gengive e si puliva "cunt'ul bauscèn" (col bavaglino)..

"Me cor Giusepèn, t'è fèi naguta da mò ….. e suguta a perdi i bausci …. al voi dì ca t'è se vivu" (mio caro Giusepèn, è nulla di male …. continua a salivaresignifica che sei vivo) - "Maria, porta chi 'l Nocino cun tri bicèi  …. bei insema a nogn" (Maria, porta tre bicchieri, bevi con noi).

Gianluigi Marcora

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