Cultura - 03 dicembre 2024, 08:12

Le ricette della Busto di un secolo fa (e magari anche un po' di oggi)

Per mezzo del libro di cucina che fu realizzato del cuoco dello zio Pierino, Piero Provasoli ha voluto tramandare un pezzo della sua storia familiare ma anche della nostra. Lo hanno raccontato l'editore Beniamino Bordoni e il pittore Giorgio Vicentini. «Non volevamo che questo libro andasse disperso, trattato come qualcosa di desueto»

Il pittore Giorgio Vicentini e l'editore del libro Beniamino Bordoni

Il pittore Giorgio Vicentini e l'editore del libro Beniamino Bordoni

Attimi di storia bustocca intrecciati da una spirale. Il libro “Le ricette a casa di Zio Pierino” è molto di più di un insieme di istruzioni per cucinare: è un condensato di frammenti risalenti a un secolo fa che, indirettamente, raccontano un bello spaccato della nostra città della prima metà del Novecento. Il volume presentato ieri sera alla Galleria Boragno di Busto Arsizio dal suo editore, Beniamino Bordoni, e dal pittore che ne ha curato le illustrazioni, il mai banale Giorgio Vicentini, ha indubbiamente una genesi particolare: è il “diario di bordo” dello chef che lavorava a casa di Pierino Candiani, membro di una famiglia della “Busto bene” di quegli anni. Benestante, Candiani, a tal punto da potersi permettere, nella sua abitazione di via Fratelli d'Italia, uno chef personale rimasto anonimo; fu proprio quest'ultimo a trascrivere, passo dopo passo, le ricette dei piatti che preparava al suo datore di lavoro e ai suoi ospiti, spesso presenti, e anche qualche buon consiglio di vita casalinga. 

Il ricettario è stato scovato dal pronipote Piero Provasoli, presente in videochiamata, che tempo fa ha deciso di tramandarlo ai posteri con la collaborazione di Bordoni e dell'estro di Vicentini. 

Sono stati questi ultimi a dare uno spaccato del libro, raccontando alcune delle ricette presenti, ognuna delle quali è stata fotocopiata dall'originale ma anche trascritta, errori compresi, per far comprendere fino in fondo cosa fosse la vita di quel secolo. 

«Piero non voleva che questo quaderno andasse disperso – spiega Bordoni – sfogliato da qualcuno e poi buttato via come qualcosa di inutile, desueto. Lui ha deciso di valorizzarlo in modo che rimanesse una testimonianza di come lavorava uno chef in una famiglia di Busto Arsizio. Piero ha poi avuto un'altra grande intuizione, quella di integrare le pagine con delle illustrazioni e ha coinvolto il suo grande amico Giorgio Vicentini».

Proprio il pittore ha raccontato del suo legame con Provasoli e come siano nati i disegni che hanno impreziosito e reso più particolare il libro: «Ho pensato occorresse un gesto rapidissimo, certamente non noioso – commenta l'artista varesino -, e ho cercato di illustrare le ricette che mi sono più piaciute ma anche quelle che non mi piacevano fino in fondo con un po' di ironia. Mi sono messo a disegnare come un pazzo e ho buttato via un sacco di fogli; disegnavo e buttavo, buttavo e riprendevo. 

Tante ricette, sicuramente non banali considerando l'epoca di realizzazione e con un grande protagonista, il burro, alimento che non mancava di certo nella “dieta bustocca” dell'epoca, soprattutto di una famiglia che poteva permetterselo. Ma a condire il libro, prima di tutto, è la voglia di tramandare uno spaccato di vita bustocca vista con un'angolatura differente, provando a capire cosa potesse essere la “normalità” in quegli anni. Un modo, insomma, per fare un sorriso ma anche per riflettere su come si è evoluta la vita nelle nostre case negli ultimi cento anni. 

Giovanni Ferrario

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