Malpensa - 28 novembre 2024, 14:00

«Lonate Pozzolo verso la cementificazione del “campagnone”: è questo il primo passo per un’Aerotropolis?»

Dal Comitato Territoriale Malpensa preoccupazione per il progetto di logistica su un’area protetta a Lonate Pozzolo

«Lonate Pozzolo verso la cementificazione del “campagnone”: è questo il primo passo per un’Aerotropolis?»

Il Comitato Territoriale Malpensa, tramite il presidente Patrizia Marziali, esprime preoccupazione per il progetto di logistica che l'Amministrazione comunale di Lonate Pozzolo pare stia considerando, riguardante l'area del “campagnone” di Tornavento, una zona protetta ad alta sensibilità paesaggistica.

Nonostante le normative che la rendono inedificabile, il progetto prevede la trasformazione di 200.000 metri quadrati di terreno protetto in un polo logistico. Il timore è che questo possa essere il primo passo verso la creazione di un'Aerotropolis, una città aeroportuale che, come nel caso di Malpensa, integrerebbe l'aeroporto con attività economiche e produttive, alterando l'assetto urbano e ambientale. Il Comitato solleva dubbi sugli impatti negativi di tale sviluppo e sugli effetti sul territorio e le comunità locali, paragonando il progetto con iniziative simili come il LAD di Milano Linate.

Riceviamo e pubblichiamo.  

È questo un primo passo verso Aerotropolis?

«Il “campagnone” di Tornavento : una distesa erbosa compresa tra la Via del Gaggio, la provinciale 52 , la vecchia Dogana Austroungarica; nei pressi di boschi e la valle del Ticino ad ovest. L’area è inquadrata nel P.G.T. - Piano di Governo del Territorio - con una classe 5 di sensibilità paesistica, vale a dire una sensibilità paesistica molto alta; la classe massima esistente sul nostro territorio comunale.

Per quanto attiene le norme edificatorie è esclusa dal perimetro di iniziativa comunale orientata, quindi soggetta direttamente al PTC del del Parco Lombardo della Valle del del Ticino, inquadrata come C1 - zone agricole e forestali a prevalente interesse faunistico.

Inedificabile, quindi, dal punto di vista della previsione urbanistica.

Si può immaginare una zona, dal punto di vista urbanistico e pianificatorio, più protetta di così?

Eppure stasera in Consiglio Comunale (di Lonate Pozzolo, ndr) si discuterà del maxi progetto di logistica che l’attuale Amministrazione sta prendendo, pare, in seria considerazione. L’interrogazione avanzata dalla minoranza forse sarà utile a chiarire gli aspetti della vicenda su quest’area tutelata.

Non che la passata Amministrazione possa essere presa a modello come paladina della tutela del territorio Lonatese; basti ricordare la firma del Protocollo di Intesa Masterplan 2035 sottoscritto in Regione Lombardia il 6 giugno 2022 con cui consegnava 44 ettari di brughiera al sedime aeroportuale... per la Cargo City (in sostanza la stessa funzione logistica prevista sul “campagnone”).

Oggi ci troviamo di fronte al deprecabile progetto di cementificazione di un’area di 200 mila metri quadrati su un’area protetta. Ma come è possibile? Quanto territorio vergine verrà sottratto, negli anni a venire, alla comunità di Lonate Pozzolo? Solo questi 20 ettari? E se, disgraziatamente, il Decreto Aria consentisse l’ampliamento della Cargo City di Malpensa oltre l’attuale sedime, se ne aggiungeranno altri 44. Dove vogliamo arrivare? È questo un primo passo verso Aerotropolis? Futuro distopico in cui la pianificazione urbanistica ruota intorno all’attività aeroportuale e che per certi aspetti già attualmente si prefigura col Masterplan 2035 di Malpensa, il quale prevede, all’interno del sedime aeroportuale, il progetto di una Airport City?

Con quali impatti sul territorio esistente, sulle comunità dei cittadini residenti? Con quali esternalità negative? Di impatto ambientale, di habitat, di safety, di risk, con quali ricadute index matrix? Con quale pianificazione di trasformazione del territorio?

Vedasi, a tal proposito, il LAD (Linate Airport District), progetto di edificazione extra sedime approvato nel contesto del MasterPlan di Milano Linate 2030. Sicuramente un futuro che pochi di noi immaginano ma che, forse, e ci auguriamo di sbagliare, è già nelle previsioni. Futuro che siamo chiamati a contrastare».

c. s.

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