Politica - 25 novembre 2024, 18:30

Assemblea costituente dei 5 Stelle, Ferrara: «Una svolta, ma nessun parricidio né scissione»

«Parte un percorso e tutto resta in mano agli attivisti», dice il deputato varesino pentastellato, secondo il quale non si può parlare di scissione in vista né di “parricidio”: «Grillo era a casa sua e poteva venire». Le contestazioni? «Dieci persone, noi eravamo in migliaia». Sul limite dei due mandati: «Io l’avrei mantenuto»

Assemblea costituente dei 5 Stelle, Ferrara: «Una svolta, ma nessun parricidio né scissione»

All’assemblea costituente del Movimento 5 Stelle, tenutasi sabato e domenica a Roma, gli iscritti hanno votato online una serie di quesiti e, tra l’altro, hanno deciso di abolire dallo statuto la carica del garante, ricoperta da Beppe Grillo, e di abolire la regola del limite dei due mandati.
«Sicuramente è una svolta. Ora parte un percorso e tutto resta in mano agli attivisti», dice Antonio Ferrara, deputato varesino pentastellato, secondo il quale non si può parlare di scissione in vista né di “parricidio”: «Grillo era a casa sua e poteva venire».

«Parte un percorso»

«Quello che è successo ieri con Nova non è tato un evento che riguarda solo le votazioni – precisa il parlamentare –. È più un percorso. Ci saranno delle cose che si possono fare subito, delle cose che richiederanno ulteriori votazioni, altre che avranno un fattore giuridico e poi altre fuori dalla nostra sfera e bisognerà vedere che cosa succederà in vari frangenti, e mi riferisco al discorso dei progressisti indipendenti». Gli iscritti hanno potuto esprimersi sul posizionamento politico del Movimento e hanno appunto scelto di definire il partito «progressista indipendente».

Il “parricidio”

Quello che è accaduto nel fine settimana «sicuramente è una svolta – riconosce Ferrara –. Io direi che è andata più che bene, c’è stata un’altissima affluenza. Adesso si partirà con questo percorso che porterà a dei risultati in tempi diversi».

Sui giornali si parla di “parricidio” o “grillicidio”, con l’azzeramento – di fatto – dei poteri del fondatore Beppe Grillo e la piena autonomia per Giuseppe Conte. «Ieri era a casa sua e poteva venire. E tutti la pensavamo così», afferma Ferrara riferendosi a Grillo.

Contestazione e scissione

Sabato però un gruppetto di contestatori ha fatto irruzione al Palazzo dei Congressi di Roma non appena Conte ha iniziato il suo intervento. «Li ho visti arrivare all’ultimo e li ho bloccati io stesso – racconta il deputato –perché non esiste andare a contestare Conte appena inizia a parlare. Detto questo, erano dieci, mentre noi eravamo in migliaia. I media hanno parlato della contestazione e non di quello che ha detto Conte. Dieci persone hanno fatto una montagna di fumo, ma appunto di fumo si tratta. La realtà è che vogliamo portare avanti questo progetto non per noi, ma per la gente. In Italia, chi pensa tuttora agli “ultimi” siamo solo noi».

Per quanto riguarda le voci di scissione, Ferrara spiega che «se ne sente parlare, ma per noi alla Camera non è mai esistita, sono tutti discorsi esterni». Il varesino siede a Montecitorio dallo scorso aprile, quando ha preso il posto di Alessandra Todde, dimissionaria dopo l’elezione a presidente della Regione Sardegna. «In questi mesi alla Camera non ho visto nessuno contro Conte – assicura –. In Parlamento non si parla di scissione, vedo quello che si urla fuori, ma non si tratta di operativi o persone con incarichi istituzionali».

Il garante e i due mandati

Per quanto riguarda uno dei quesiti principali, relativo alla figura del garante, Ferrara osserva che «votando sia positivamente che negativamente ti venivano fatte delle domande ulteriori. Io non mi sento né pro né contro, ma pensavo che in ogni non ci sarebbe dovuto essere qualcun altro a ricoprire questo ruolo. Perché non ci sono altre figure che possono paragonarsi a quello che sono stati Casaleggio e Grillo».

Sul limite dei due mandati, invece, «io ho votato per mantenerlo. Non ci vedevo niente di male e quindi non ho votato la deroga. Sono rimasto molto sorpreso dal risultato, è un cambiamento gigante e madornale. A me non sarebbe dispiaciuto mantenerli, oppure far sì che dopo due mandati si potesse andare solo in Comune, permettendo a chi ha avuto un ruolo nazionale di dedicarsi al proprio territorio, per non avere persone politicamente “deboli” arrivate all’ultimo minuto».

Riccardo Canetta

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