Politica - 07 novembre 2024, 10:13

Licata lascia Italia Viva: «Scelta dolorosa. Priorità al confronto e ai progetti per il territorio e la Lombardia»

Il consigliere regionale, già sindaco di Lozza, comunica la propria decisione arrivata dopo che il partito «ha scelto di archiviare l'esperienza del Terzo Polo, privilegiando il posizionamento tattico nel centrosinistra in un orizzonte politico prettamente nazionale»

Licata lascia Italia Viva: «Scelta dolorosa. Priorità al confronto e ai progetti per il territorio e la Lombardia»

Il consigliere regionale Giuseppe Licata, già sindaco di Lozza, comunica la propria decisione arrivata dopo che il partito «ha scelto di archiviare l'esperienza del Terzo Polo, privilegiando il posizionamento tattico nel centrosinistra in un orizzonte politico prettamente nazionale». Una scelta «dolorosa», spiega Licata nella nota che pubblichiamo integralmente.

Ho deciso di lasciare Italia Viva. Una scelta per me dolorosa, ma coerente con la necessità di avviare con lealtà e trasparenza un percorso di riflessione politica, dopo che Italia Viva ha scelto di archiviare l'esperienza del Terzo Polo, privilegiando il posizionamento tattico nel centro sinistra in un orizzonte politico prettamente nazionale, rispetto al lavoro di crescita e radicamento territoriale su cui ho invece sempre concentrato il mio impegno, a stretto contatto con le istanze e le necessità dei cittadini e delle comunità.

Non sono mosso da ragioni prettamente ideologiche, rimangono salde le mie convinzioni a favore di diritti civili ed equità sociale. Ma, da riformista e da ex sindaco, mi sono interrogato sulla effettiva possibilità che avrà Italia Viva, così ridimensionata e romano centrica, di incidere concretamente sulle scelte che riguarderanno il Paese ed in particolare la Lombardia e il nostro territorio, proprio nella consapevolezza del grande valore delle idee che Matteo Renzi ha portato avanti in questi anni. Ho concluso che, oggi, le sfide che riguardano la sanità, i trasporti, l’ambiente e i mutamenti economici e sociali in atto richiedono il coraggio di cercare nuove strade, per realizzare in concreto i progetti che possano migliorare la qualità della vita delle persone.

Per questo, anche rispondendo alle sollecitazioni di molti elettori, amministratori locali, associazioni e cittadini, ho deciso di aprirmi al confronto sul futuro del riformismo in Lombardia, cioè di quella parte della Politica orientata ai risultati tangibili per i cittadini, più che alle sterili contrapposizioni; quella parte per cui il partito è un mezzo, non un fine, che parla di obbiettivi raggiunti e da raggiungere, non di crociate ideologiche. Un confronto non rimandabile, che per serietà non posso svolgere dall'interno di Italia Viva.

Rimane immutata la stima e il profondo sentimento di gratitudine verso le persone straordinarie con le quali in questi anni ho condiviso tante battaglie, dai militanti ai dirigenti di partito, locali e nazionali. Legami umani e di comune sensibilità politica che continuerò a coltivare, convinto che la politica debba unire e non dividere.

Redazione

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