Busto Arsizio - 05 novembre 2024, 09:30

FOTO. Abusivi, pattumeros, insicurezza: l’area delle Nord è troppo malata per aspettare

Il progetto di rigenerazione che interessa la zona alimenta speranze per il futuro ma non cancella la preoccupazione del presente. Facile accedere all’ampio sterrato con ingresso in via Vincenzo Monti e al famigerato immobile al civico 5 di via Dei Mille: «Lì c’è viavai, non solo sporcizia»

L'ingresso del famigerato civico 5, in via Dei Mille, aperto e non sorvegliato nella giornata di domenica

L'ingresso del famigerato civico 5, in via Dei Mille, aperto e non sorvegliato nella giornata di domenica

Degrado, insicurezza: è il binomio che assilla residenti e frequentatori abituali delle vie che si trovano grosso modo nella zona compresa tra piazza Plebiscito e ferrovia/Stazione delle Nord. Se l’ambizioso progetto di rigenerazione che dovrà concretizzarsi in buona parte dell’area è destinato a migliorare la situazione, le preoccupazioni sono dure a morire. Un po’ per l’inevitabile incertezza su cosa succederà fino a quando i cantieri non cambieranno il volto della zona. Un po’ perché non tutti i terreni e gli edifici “incriminati” rientrano nel raggio del progetto.

Si incarica di fare il punto su due degli scenari più problematici una cittadina che preferisce mantenere l’anonimato. Abita in una via non lontana e attraversa a piedi la “zona rossa” quasi quotidianamente proprio per raggiungere lo scalo ferroviario. Dito puntato innanzitutto sull’ampio sterrato, prevalentemente coperto di vegetazione spontanea, con ingresso in via Vincenzo Monti, praticamente di fronte a uno dei parcheggi a servizio della stazione. «Mi trovo spesso a costeggiare questo terreno e lo spettacolo è a dir poco indecente. Sacchi della spazzatura gettati dalla strada oltre la recinzione. Qualcuno, in passato, si è impigliato su un palo ed è rimasto lì, infilzato, come un trofeo. Ma non basta: oltre agli involucri di plastica si notano rifiuti che devono essere stati portati dentro, non gettati».

E qui si apre un secondo capitolo, quello degli accessi abusivi. Non solo il cancello di via Monti è talmente malmesso da permettere un agevole passaggio. Anche la recinzione, almeno in un punto, è a terra, difficile dire se abbattuta ad arte o semplicemente crollata. «Quel che è certo è che si sono viste spesso persone entrare». Bravate? Traffici illeciti? Senzatetto in cerca di riparo? Quel che resta di una sorta di porticato, su un lato dell’area, sembra prestarsi un po’ a tutto.

«I problemi, però – prosegue la passante – non finiscono lì. Intanto per l’illuminazione scarsa o nulla di alcuni tratti di strada, nella zona. Dopo una certa ora, giro alla larga. E poi perché non lontano, in via Dei Mille, la situazione dell’igiene e della sicurezza è anche peggio».

Naturalmente nel mirino c’è lo stabile che fu dell’Enel, poi alloggio per rifugiati sotto la “regia” della Kb Srl. Nell’immobile, al civico 5, sono anche dovuti intervenire i Vigili del Fuoco, a inizio ottobre, per spegnere un rogo nato chissà come (vedi QUI).

«Quel posto, penso che lo sappiano tutti, è frequentato – afferma la cittadina – più volte si sono viste persone utilizzare un’apertura, una finestra, per entrare». Domenica 3 novembre, peraltro, il cancello del palazzo risultava aperto, nessuno sorvegliava l’ingresso né c’erano cartelli che scoraggiassero chi volesse entrare. «Anche a far finta di niente su chi entra – prosegue l’autrice delle segnalazioni – non si può ignorare lo schifo che si trova lì davanti». In effetti, nello spazio tra il muro e le piante che schermano la facciata (probabilmente segnano il confine della proprietà) lo spettacolo è indecoroso, tra sacchi della spazzatura abbandonati, una sedia sfondata, immondizia di piccolo calibro sparpagliata qua e là. I vetri del seminterrato, sfondati dall’interno verso l’esterno, si trovano sulla strada, parzialmente attaccati agli infissi, da tempo immemore (le prime tracce fotografiche del danno recuperabili in rete risalgono al 2023). «A pochi metri – aggiunge la cittadina – c’è una valigia che sarà lì da almeno un anno. E in angolo è abbandonato un saccone da molto più tempo».

Tra speranza per il progetto di rigenerazione, insicurezza e ribrezzo, fa capolino anche la frustrazione: «Non mi sono limitata a postare sui social – riepiloga la cittadina - ho anche segnalato al Comune. Ma, finora, non ho ottenuto risposta».

Stefano Tosi

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