Senti un colpetto di lato, alla spalla, mentre fai la spesa. Una specie di urto, non forte ma sufficiente a farti voltare. Non ci badi granché: pensi che, nel viavai tra i reparti, può capitare. Dopo un po’ arrivi alla cassa. E il portafogli non c’è più. Frughi nella borsa, niente. Solo allora, a posteriori, pensi che il piccolo incidente, quello che ti ha fatto girare senza che riuscissi a mettere a fuoco il (o la) responsabile, è stato strano. Ma ormai è tardi. Racconta la disavventura la figlia di un’anziana, derubata in un supermercato di Castellanza.
«Intanto – il ragionamento – mi colpisce che il furto sia avvenuto all’interno del punto vendita e non, come spesso si sente, nel parcheggio. Per giunta il sabato e in un orario di grande affluenza, saranno state le 12.30. È vero che a quell’ora c’è confusione, ma i malintenzionati devono anche fare i conti con molti occhi, molta gente in giro. Aggiungo: mia mamma non era sola, siccome ha qualche difficoltà nel muoversi, la accompagnava una persona di fiducia».
Il fatto che la vittima soffra di acciacchi connessi all’età aggiunge rabbia al dispiacere: «Mia mamma è mortificata per quanto è successo. Possibile, mi chiedo, che non ci siano gli strumenti per fermare dei ladri in una situazione del genere?».
Ladri, oltretutto, iperattivi: «È stata fatta denuncia ai Carabinieri. Dal momento che mi trovavo lontana da Busto, mi sono fatta mettere in viva voce, così da potere seguire meglio gli sviluppi della cosa. È venuto fuori che di furti ne erano stati messi a segno altri. Spero, almeno, che raccontando l’episodio si possano mettere in guardia altre potenziali vittime».
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