«Il centrodestra, quello di Fagnano, spara, senza saper dove sparare, senza conoscere le regole del gioco: “tanto, prima o poi, un colpo lo manderemo a segno”. Teniamo presente una cosa: siamo a Fagnano e non a Roma, il lato umano da quello professionale è diviso da una linea sottilissima; quindi, visto che le mie controparti se ne fregano del bon ton, vorrà dire che ne farò a meno anch’io. Siete puerili, questo è il miglior complimento che in questo momento mi viene da farvi». Tuona il sindaco Marco Baroffio dopo le ultime affermazioni del centrodestra cittadino con riferimento all'ultimo consiglio comunale (LEGGI QUI) oltre che al “caso Simona Mezanzani”, l'assessora esclusa dalla giunta dopo essere approdata in Fratelli d'Italia (LEGGI QUI).
Il comunicato di Baroffio
«In un mio vecchio post ho detto di non essere Superman e chi mi conosce sa come sono caratterialmente; probabilmente molti pensavano che la carica di sindaco mi avrebbe montato la testa, ma no: io sono rimasto quello che ero prima dell’ottobre del 2021.
Comunque, questa frase di Superman mi si è ritorta contro, i miei avversari politici, che vivono di frasi fatte da altri, me la dicono spesso, ma pazienza: se desiderano, da oggi posso pensare anche di essere Superman.
Ci sono alcune cose che fanno parte della dialettica politica che si possono dire, ascoltare e far passare come se niente fosse; poi, però, ci sono delle frasi, che ti fanno male, che distorcono la realtà delle cose, che ti offendono e che fanno adirare uno come me che, per chi mi conosce davvero, sa che ho una pazienza infinita.
Il centrodestra, quello di Fagnano, spara, senza saper dove sparare, senza conoscere le regole del gioco: “tanto, prima o poi, un colpo lo manderemo a segno”. Teniamo presente una cosa: siamo a Fagnano e non a Roma, il lato umano da quello professionale è diviso da una linea sottilissima; quindi, visto che le mie controparti se ne fregano del bon ton, vorrà dire che ne farò a meno anch’io. Siete puerili, questo è il miglior complimento che in questo momento mi viene da farvi.
Ma andiamo con ordine.
Punto uno. Il Sindaco non è ostaggio di nessuno e neppure sotto il ricatto di qualcuno. Io ascolto tutto e tutti, ma alla fine la parola finale la metto io. Sono io a decidere e a prendermi tutte le responsabilità. Io non ho nessun fucile puntato contro e nemmeno nessun pugnale dietro la schiena e sapevo che, nel momento del mio incarico, mi sarebbe stato detto di tutto, ma vi posso garantire che, nonostante ciò, rifarei tutto da capo, senza rimpianti.
Le decisioni, belle o brutte che siano, hanno il mio marchio. So che molte decisioni prese non sono state popolari, ma io non devo prendere decisioni in base ai sondaggi: lo devo fare in base as attenti ragionamenti, sul dove far andare la “barca” del paese.
Punto due. “Il bene del paese”, frase fatta che tutta la politica ripete come un mantra. Sempre secondo il centrodestra, io avrei messo il bene della comunità in secondo piano, per dar spazio alla serenità del mio gruppo. Questa frase è uno scandalo, perché, dal momento che sono Sindaco, il bene del paese - per me - viene anche prima della mia salute. Lo dimostra la dedizione e il tempo che metto in ciò che faccio. Prima di diventare Sindaco, molti per denigrarmi dicevano che non avrei avuto tempo; invece, tutti i giorni sono in Comune e - se serve - anche nei fine settimana. Ho messo Fagnano prima di tutto, ed è giusto che sia così: questo è, di fatto, un lavoro e so che, se voglio vedere le cose andare avanti, devo esser presente. In più, credo che qui nessuno possa smentirmi: non ho mai negato un incontro a nessuno, non ho mai non risposto a qualcuno, non ho mai rifiutato nessuno. A tutti ho sempre cercato di dare una risposta, ovunque mi trovassi, anche nelle ore più tarde della sera.
Punto tre. Le regole e i regolamenti non sono carta straccia e voi in tanti anni non avete ben capito come ci si comporta e come ci si deve comportare. I 5 minuti di replica non vi sono stati concessi dalla Presidente del consiglio comunale perché non sono previsti dal Regolamento; infatti, quando sono stati concessi, lo si è dovuto a un accordo preso nella Conferenza dei Capigruppo, ma, in questa occasione, questo accordo non è stato preso. Ma, del resto, ho capito come funziona: meglio distorcere la realtà dei fatti; per voi il bene, quello vostro, viene prima di quello della comunità. Per voi è così, mentre per me non la sarà mai».