Lo dico subito: mamma Paola è formidabile (sic) poi, ne leggerete gli sviluppi in quel che segue. Ovvio che ringrazio subito la figlia di mamma Paola, Graziella Enrica Puricelli per la pazienza e la costanza che pone a farci da tramite …..con la "benedizione" e l'accondiscendenza, di Giusepèn.
mamma Paola ricorda addirittura sua nonna, Angiola "ca l'à'ndea a pruedi al marcò quertu, 'ndua mo ghe lì a Piscina Manara" (andava a far la spesa "pruedi" significa provvedere e ora c'è la Piscina Manara).. Nonna "tuea" (acquistava) "a corni ca la metèa a frulò dentar 'na basleta piena da ven russu cun usmaèn e pevar" (la carne che poi metteva a frollire dentro una tazzina colma di vino rosso, unendo rosmarino e pepe). "A corni, l'a stea dontar àa basleta, sin'a candu la gnea negar e poeu s'a pudea fal'andò ….chèla ca la vanzea l'a sa metea donta àà muschiroea" (la carne, restava nella tazzina, sino a quando diventava nera; poi, la si poteva cucinare e …. quella che restava, la si metteva nella gabbietta con reticolo).
"A ca mia, dontar àa muschiroea s'a metea dontar ul salom e'l furmoi" (a casa mia, dentro la gabbietta, si metteva anche il salame e il formaggio) ovvio per riparare il cibo da ogni tipo di insetto. mamma Paola introduce un ricordo di "candu 'ndeu dàa Fasoea a toeu 'l prosciuttu crùu, chel cal'a spuzea" (quando andavo dalla "Fasoea", soprannome originale. ad acquistare il prosciutto crudo …. quello che puzzava) - specifichiamo: allora, quel prosciutto che rimaneva tanto (e non troppo) tempo invenduto, aveva uno sconto del 50% sul prezzo di vendita del prosciutto fresco e di primo taglio e le persone, pur di mangiare quella leccornia, aspettava proprio il momento in cui si aveva tale sconto.
mamma Paola ricorda pure "ul macelòi ca'l ghèa ul negozi in Piazza Garibaldi e s'a stea lì di ui a cuntò su i foci e i rasòn da Busti" (il macellaio che aveva il negozio in Piazza Garibaldi e si stava lì delle ore, a raccontare i fatti e le ragioni che coinvolgevano le persone di Busto Arsizio)..
Dal macellaio "s'a pudea purtò a cò di bei tochi da foò'l lessu. In coeu, un ubia ca l'e coa mel foeugu" (si potevano portare a casa grossi tagli di carne per cucinare il lesso. Oggi ti danno robaccia che è cara come il fuoco) e scrolla la testa, mamma Paola. E Giusepèn aggiunge del suo. "L'a ga rasòn" (ha ragione) e Giusepèn, si riferisce alla genuinità del prodotto. Che oggi viene "trattato" con alchimie chimiche non proprio lecite, ma ti presentano una carne omogenea e "colorata" che appena è cucinata, si riduce di un terzo della sua grandezza. Sarà poi vero? Tuttavia, mamma Paola ne sa parecchio sui "tagli" di carne e nel suo agire, "premia" la carne della sua gioventù.