Sport - 22 ottobre 2024, 14:03

VIDEO. Roberta Dominici: rientro a Solbiate e all’Ite Tosi dai mondiali di karate. Con una medaglia, anzi due (in nome della mamma)

Il gesto inaspettato dell’allenatrice della nazionale in memoria della madre scomparsa, il riepilogo della gara e i progetti per il futuro. Sull’esperienza appena vissuta: «Bello e facile essere la capitana di una squadra come la nostra». La dirigente scolastica, Amanda Ferrario: «Orgogliosi di Roberta e dei nostri studenti-atleti»

Roberta Dominici

Roberta Dominici

Busto Arsizio, Ite Tosi, ufficio della dirigente, Amanda Ferrario. L’intervista a Roberta Dominici, 17 anni, studentessa della IV F – Relazioni internazionali per il marketing, terzo posto conquistato ai recenti mondiali giovanili di karate nel kata a squadre, è alle battute finali. Roberta rivela: «Di medaglie, comunque, ne ho portate a casa due».  

Sorge la necessità del classico passo indietro. La mamma di Roberta, Elena Mendicino, persona brillante, apprezzatissima nella “sua” Solbiate Olona, dove è stata consigliere comunale, all’Istituto clinico San Carlo, per il quale ha lavorato, e nel mondo dello sport, soprattutto in considerazione dell'impegno con Skorpion Karate Asd, è scomparsa a fine 2021 (vedi QUI). «Ai mondiali successivi – ripercorre Roberta – volevo a tutti i costi arrivare sul podio e dedicare il risultato a mia mamma. Non ce l’ho fatta, per poco. Questa volta, ai campionati di Jesolo, il bronzo è arrivato».

È a questo punto che le cose prendono una piega imprevista. «Tipicamente – continua l’atleta – vengono date quattro medaglie a ogni squadra, tre alle titolari e una alla riserva. Noi, però, la riserva non l’avevamo. In questi casi, la medaglia va al coach. Non ci ho pensato un attimo, da capitana ho portato il bronzo a Tiziana Costa, l’allenatrice. E lei, che sapeva com’era andata ai mondiali 2022, mi ha detto di tenerla, per mia mamma. Ero strasoddisfatta per il lavoro fatto e per il risultato, questa proprio non me l’aspettavo, mi ha spiazzato ed emozionato. Oggi la seconda medaglia è appoggiata all’urna che contiene le ceneri di mia mamma».

L’aneddoto si incastona come una pietra preziosa in una lunga chiacchierata, tra considerazioni sullo sport, sulla scuola, sull’impegno in generale. Anche perché all’Ite Tosi, come si dice, non si scherza. «Il percorso intrapreso da Roberta – esemplifica Amanda Ferrario (foto sotto) – include, fra l’altro, lo studio di tre lingue straniere. Non è una passeggiata, per i nostri iscritti in generale e per quelli che praticano sport a livello agonistico in particolare. Naturalmente ci sono piani formativi personalizzati, previa certificazione del Coni. Poi, però, per scendere nel concreto, serve tanta programmazione con i professori, per esempio nel gestire le interrogazioni o i recuperi dopo le assenze, inevitabili. I nostri sportivi, va detto, tendono a venire fuori bene, hanno buone medie. Sanno di doversi gestire in modo diverso dagli altri».

Nessuna tentazione, dunque, di calcare troppo sull’imperativo che echeggia in tante famiglie: prima la scuola, il resto dopo e solo se avanza tempo. «Di solito – conferma la preside - non c’è bisogno di richiami. E la nostra è un’esperienza che poggia sui numeri: abbiamo oltre cento studenti-atleti. Non sono tutti da campionato mondiale, ma hanno talento e siamo orgogliosi di loro. Se poi arrivano certe soddisfazioni… Aggiungo, pensando a quello che succede dopo la scuola: se fossi un reclutatore e mi trovassi davanti un curriculum con dentro Ite Tosi e certe esperienze sportive, non avrei esitazioni. A questi ragazzi, a queste ragazze la determinazione non manca».

Basta poco per capire che Roberta appartiene alla categoria. L’ultima pausa scolastica, quella per i mondiali, è stata più lunga rispetto al periodo della competizione, la squadra si è ritrovata in anticipo per la preparazione finale. «Per la scuola mi sono organizzata in modo da sostenere velocemente due delle verifiche previste, per non posticipare tutto. Qualche professore ha anche pensato di trasformare delle prove scritte in orali, per rendere le cose più agili. E poi la classe ha collaborato, mi hanno passato gli appunti: i miei compagni sono contenti del risultato che ho ottenuto, c’è un bel clima».

Festeggiamenti? «Con la mia allenatrice, Rita Zampieri, e ovviamente con mio papà, che ha seguito di persona il mondiale (Massimiliano Dominici è direttore tecnico di Skorpion Karate, Ndr). Altre feste arriveranno. A Jesolo è venuto anche Giorgio. Stiamo insieme da più di un anno, non ha potuto assistere dal vivo alla fase finale perché doveva tornare a Roma, dove vive, per impegni scolastici. Ma mi sostiene, si è anche fatto una nottataccia in treno per essere presente alla prima parte del torneo».

Ecco, il torneo: dal punto di visto agonistico il risultato ottenuto è straordinario. Con un “però”. Riepiloga Roberta: «Alla vigilia della partenza pensavo: il sogno è battere le giapponesi ma non succederà (vedi QUI). Oggi dico che non eravamo così lontane dal loro livello. Certo, restano una potenza in questo sport. Ma ci hanno battute per poco e, forse, i giudici avrebbero potuto riconoscere all’Italia qualcosa in più… Mio papà, felicissimo per la medaglia, concorda. L’argento è andato alla Spagna, che veniva da una “pool” più semplice della nostra. Potevamo contare su un impianto, quello di Jesolo, che consideriamo casa. E sul tifo: ovviamente c’erano tanti italiani».

Inevitabile passaggio sul futuro: «Avanti con gli studi, un passo alla volta. Verrà anche il momento di pensare all’università, credo di ambito economico, in linea con il percorso all’Ite. E ci sarà l’alternanza scuola lavoro, all’Istituto Clinico San Carlo di Busto. Non solo mi sostiene nella mia attività sportiva, lì ho già avuto un’esperienza molto positiva, per un mese, l’estate scorsa. Porterò la medaglia anche lì, con gioia. Quanto al karate: a dicembre c’è un appuntamento importante, la Youth League, mentre a febbraio 2025 tocca agli europei. Poi… poi compio 18 anni, cambia tutto! Anche un’altra componente della formazione di Jesolo è diventata maggiorenne e lascia (con Roberta, c’erano Francesca Crucitti e Martina Padoan, Ndr). Mi dispiace, non lo nascondo. L’ho detto e lo ripeto: tra noi si è creato un legame che va oltre gli allenamenti, essere la capitana di una squadra così, con persone così, è stato bello e facile».  

GUARDA IL VIDEO

 

Stefano Tosi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A OTTOBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU