Politica - 17 settembre 2024, 14:12

Consigli comunali alle 18.30, polemica a Busto. Verga (Pd): «Inaccettabile una scelta unilaterale»

La «sperimentazione» comunicata dalla presidente dell’assise Rogora provoca il malcontento dell’opposizione e non solo. La consigliera dem ha chiesto la convocazione urgente dell’Ufficio di presidenza con i capigruppo

Consigli comunali alle 18.30, polemica a Busto. Verga (Pd): «Inaccettabile una scelta unilaterale»

Il prossimo Consiglio comunale di Busto Arsizio si terrà giovedì 26 settembre. E, novità, la seduta è stata convocata alle 18.30. Due ore e mezza prima rispetto all’orario “canonico” delle 21.
Una sperimentazione comunicata dalla presidente dell’assise Laura Rogora (Forza Italia) che ha già provocato una levata di scudi da parte dell’opposizione e non solo.

Le motivazioni

Si tratta appunto di una «sperimentazione» che fa seguito alla seduta dello scorso 31 luglio. In quel caso, l’assise richiesta dalla minoranza per discutere urgentemente del tema-rifiuti si tenne all’orario inconsueto delle 15. Con esito positivo, per la presidente Rogora, che ha così deciso di provare ad anticipare anche l’assemblea di settembre.

Tra le motivazioni addotte, gli obiettivi di rendere più efficienti i lavori (con inizio alle 18.30 e chiusura alle 21.30 e le menti “più fresche” dei consiglieri) e di consentire al personale comunale di non fermarsi fino a tardi, oltre alla volontà di favorire il risparmio energetico (limitando il funzionamento degli impianti di riscaldamento o climatizzazione).

Verga: «Basita»

Motivazioni che non convincono Valentina Verga. La consigliera del Partito Democratico ha subito risposto alla comunicazione di Laura Rogora chiedendo la convocazione urgente dell’ufficio di presidenza (che si terrà domani, giovedì) per discutere con tutti i capigruppo della «decisione assunta unilateralmente dal presidente del Consiglio».
Ma perplessità sono state sollevate anche da Gianluca Castiglioni (Busto al Centro) ed Emanuele Fiore (gruppo misto).

«Sono basita – afferma Verga –. Quando ho ricevuto la comunicazione non ci credevo. Mi sembra una cosa senza senso. È vero che le commissioni si tengono alle 18.30, ma in quel caso si può delegare o seguirle da remoto. È evidente che chi lavora difficilmente a quell’ora potrà essere presente, soprattutto chi lavora a Milano. Non so se la scelta sia stata concordata almeno con la maggioranza, sicuramente noi non lo sapevamo e immediatamente ho risposto chiedendo la convocazione urgente dell’Ufficio di presidenza, perché trovavo inaccettabile questa scelta unilaterale».

Verga è anche vicepresidente della Provincia di Varese. A Villa Recalcati il Consiglio solitamente si tiene alle 18: «In quel caso – osserva – le persone arrivano da più parti ed è comprensibile che non si voglia farle tornare a casa dopo mezzanotte dovendo magari affrontare un viaggio non breve in auto».

Ma, oltre al merito della scelta, l’esponente dem dice di non condividere «soprattutto il metodo»: «Così si tratta di un “abbiamo deciso di farlo”. Era un argomento da trattare prima, insieme, in Udp. Tra l’altro potrebbero esserci problemi anche per il numero legale, perché mi risulta che alcuni consiglieri di maggioranza lavorano fuori Busto».

Il malcontento

Si vedrà quello che emergerà domani in Ufficio di presidenza. Nel frattempo a contestare la decisione, mettendone in discussione la “democraticità”, è anche Davide Boniotti, ex segretario cittadino di Italia Viva, oggi in Azione. Da cittadino, Boniotti afferma che «la ventilata ipotesi di anticipare in via continuativa l'orario dei Consigli comunali va nella direzione di impedire a una larga fascia della cittadinanza di partecipare alla vita pubblica della nostra città».

Per lui si tratta di una «improvvida decisione» che rischia di ridurre l’assise civica a un «affare di giunta e consiglieri: un cittadino lavoratore non potrebbe mai assistere alle sedute, in un orario così prossimo alla fine di un normale orario di lavoro, se non chiedendo dei permessi per uscire anticipatamente. I cittadini "comuni" non possono accedere ai permessi retribuiti dei consiglieri ed assessori, giustamente previsti per legge». Da ciò l’invito rivolto ai consiglieri a «riflettere sulla decisione».

Riccardo Canetta

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