I sindaci del Bustese e dell'Alto Milanese provano a far fronte comune sull'operazione Quarto Binario - Raccordo Y. Un'operazione, quella di Rfi e Italferr, che tocca in maniera diversa i Comuni (LEGGI QUI E QUI), ma c'è qualcosa che unisce tutti: la necessità di avere informazioni tempestive e soprattutto complete.
Busto e Castellanza hanno ripetutamente provato a chiedere lo stralcio del Raccordo Y, giudicato ormai anacronistico e impattante: nella prima città anche per gli espropri che condannerebbero cinque famiglie a lasciare la casa di una vita, nel secondo soprattutto la viabilità attorno alla stazione.
«Ma l'opera non si ferma - osserva l'assessore Corrado Deluca presente ieri sera per Castellanza, mentre per Busto c'era l'esponente di giunta Salvatore Loschiavo - Non c'è poi di fatto un progetto esecutivo se non effettuato per parti, ne manca cioè uno complessivo, per cui è difficile andare ad individuare altre criticità. Alcune invece sono evidenti».
Il Raccordo Y in particolare è diventato obsoleto, secondo le osservazioni delle due amministrazioni; poteva aver senso anni fa, ma ora c'è un altro raccordo non lontano. Il punto è però che tutto ciò è legato al Pnrr, quindi a soldi da spendere e tempi da rispettare.
Sul fronte generale, Vanzago è uno dei Comuni con maggiore impatto dell'opera: si era mosso tempestivamente anche per tenere i cittadini informati sugli espropri e condivideva le preoccupazioni per le indennità. Ieri sera c'era anche il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice.
Si è creato un gruppo per monitorare la situazione «e l'unione fa la forza, pur con interessi diversi» sottolinea Deluca.
A Castellanza la questione espropri tocca parte di un terreno, a Busto appunto cinque famiglie: si può capire lo stato d'animo di chi ha costruito a suo tempo una casa con sacrifici e ora non sa che avverrà. Il timore è che le lettere di espropri arrivino a ridosso dell'avvio dei lavori, con tutte le conseguenze del caso.