Mentre altrove sono partiti i lavori per la realizzazione del Raccordo Y (LEGGI QUI) a Castellanza è ancora tutto fermo. E non ci sono aggiornamenti, come sta accadendo a Busto Arsizio dove gli abitanti delle case minacciate da esproprio non hanno avuto recenti comunicazioni.
«L’ultima volta che abbiamo avuto notizie certe sullo stato dell’opera – spiega la vicesindaco di Castellanza Cristina Borroni – è stato in occasione del sopralluogo avvenuto a marzo, quando ancora una volta abbiamo chiesto ai tecnici di trasformare il sottopasso ciclopedonale in un vero e proprio collegamento tra Busto e Castellanza percorribile anche dalle auto.
Da allora non ci sono arrivate altre novità, né sull’inizio dei lavori, né su eventuali espropri».
Soprattutto quest’ultima notizia non stupisce perché, al contrario di quanto previsto in via Sorrento a Busto dove alcune famiglie appunto temono l’arrivo delle lettere di esproprio, a Castellanza non ci sono abitazioni lungo il percorso dei nuovi binari, e per la sua realizzazione saranno utilizzate piccole porzioni di terreni attualmente liberi.
Nonostante questo, però, si tratta di un progetto che l’amministrazione castellanzese non ha mai accolto con favore, poiché la sua realizzazione causerà, di fatto, la fine di ogni speranza di poter realizzare un percorso di collegamento tra la città e Busto sicuro e facilmente percorribile anche in macchina.
«Il Raccordo Y era nato nel periodo antecedente all’Expo del 2015 – prosegue Cristina Borroni – quando la nuova stazione di Castellanza doveva rappresentare un importante interscambio tra l’aeroporto e Milano per le tante persone che avrebbero raggiunto la manifestazione.
Quest’esigenza è ormai tramontata e la potenzialità di questo interscambio non è mai stata realizzata, per questo sin dal nostro insediamento abbiamo dato parere negativo al progetto, e abbiamo provato a contattare tutte gli enti interessati, compreso il Ministero, per spiegare come le esigenze della città siano diverse».
Se il sottopasso è infatti un’esigenza fondamentale per tutti coloro che da Busto hanno necessità di raggiungere la stazione castellanzese, lo stesso non si può dire della bretella e del raccordo, che oggi come oggi sembrano rispondere a logiche ormai superate.
«Ai tempi, prima del 2015, poteva essere un’idea interessante con alcune ricadute positive anche da noi, ma oggi non è più così – conclude la vicesindaco – a circa dieci anni di distanza si tratta di un progetto fondamentalmente anacronistico, che ha decisamente una scarsa utilità per il nostro territorio».