- 28 gennaio 2024, 12:25

Ragazzo ucciso a Cairate, è caccia al killer. I vicini di casa: «Abbiamo sentito un tonfo, poi più nulla»

Il giorno dopo l'omicidio in via Mascheroni c'è sgomento e incredulità per la vita spezzata di un giovane di 26 anni. Stretto riserbo sulle indagini. Il sindaco di Fagnano Marco Baroffio: «Un bravo ragazzo, spero che il responsabile sia presto individuato. Il nostro pensiero ora va ai familiari del ragazzo»

I carabinieri davanti all'ingresso dell'abitazione

I carabinieri davanti all'ingresso dell'abitazione

Le auto dei carabinieri ferme davanti alla piccola palazzina di due piani in una tranquilla zona residenziale del paese rompono la routine della domenica mattina. C'è sgomento e incredulità a Cairate il giorno dopo l'uccisione di Andrea Bossi, il ragazzo di 26 anni, originario di Fagnano Olona, trovato ucciso nella tarda mattinata di sabato nella sua abitazione al civico 1 di via Mascheroni, finito a coltellate dalla mano di un killer ancora senza nome e senza movente (leggi QUI la cronaca).

A dare un perché all'orrore di una vita spezzata così presto saranno i carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese e della sezione operativa di Busto Arsizio, che in queste ore febbrili stanno portando avanti le indagini, coordinati dalla Procura della Repubblica bustocca, nel più stretto riserbo.



Intanto in questo angolo tranquillo del Varesotto c'è dolore e sconcerto, come testimoniano i silenzi di molti residenti e le parole di chi cerca di dare forma a quanto si è abbattuto, come un fulmine a ciel sereno, sulla comunità cairatese. A cominciare dal sindaco di Fagnano Olona, Marco Baroffio: «Andrea Bossi era un bravo ragazzo, di buona famiglia, gente rispettabilissima - racconta il primo cittadino - lavorava a Fagnano, alla Cfg Carpenteria Meccanica».

«In qualità di sindaco e come amministrazione comunale - prosegue - siamo vicini alla famiglia e attendiamo gli sviluppi delle indagini, sperando che venga al più presto individuato il responsabile. Il pensiero più grande in queste ore va però alla famiglia di Andrea, che sta vivendo un dolore inimmaginabile».

Nessuno poteva del resto ipotizzare quanto accaduto nelle prime ore di sabato in quell'appartamento al secondo piano. Una zona tranquilla, abitata da persone tranquille. Qualcuno, dopo la notizia dell'omicidio, abbozza un ricordo, un segnale, un gesto che possa essere collegato - forse - a quanto accaduto: «Ho sentito il cane abbaiare l'altra notte intorno alle 4.30 del mattino, ma non ho notato nient'altro di strano e non ci ho dato importanza» dice una donna che abita vicino. 

Anche la famiglia che vive al piano di sotto ricorda un rumore: «Abbiamo sentito un tonfo mentre eravamo a tavola, come se qualcuno cadesse a terra, poi nulla. Ma non ci abbiamo dato peso finché non sono arrivate le forze le ordine. Abbiamo collegato quel rumore a quanto avvenuto solo quando abbiamo visto arrivare i carabinieri».

Uno choc, per tutti. Andrea Bossi abitava da poco in quella casa, qualche mese. Si era trasferito da Fagnano Olona, paese di dove era originario e dove abitava. E dove era conosciuto da tante persone che oggi piangono la sua scomparsa.

Michela Scandroglio

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