Calcio - 19 novembre 2022, 19:34

Pro Patria ancora ko, qualcosa è cambiato. Anzi deve cambiare

VIDEO. Perotti: «Dobbiamo fare un esame di coscienza. E serve entusiasmo, noi giovani possiamo portarne tanto. Bisogna rialzarsi». Mister Vargas: «Importante compattarsi tutti insieme e provare a fare qualcosa di diverso». Le precisazioni su Bertoni e Piu. La classifica

Clemente Perotti e Jorge Vargas

Clemente Perotti e Jorge Vargas

Ragionare tutti insieme. Non è una ricetta, non ne esistono di istantanee per uscire da quelle che assomigliano un po' alle sabbie mobili, quando la Pro Patria aveva anche dato una sbirciata alle vette. Ma è ciò che esce dal confronto dopo la partita - LEGGI QUI - con Vargas e Perotti. Con una Pro oggi a 18 punti, le ultime cinque gare concluse in tre sconfitte - Juve, Novara, Pro Sesto - e due vittorie, su Triestina e Virtus Verona.

Le spiegazioni a caldo sono difficili, forse pericolose, dopo una sconfitta che brucia ancora di più di quella di sabato scorso. Non è una gara alla delusione peggiore, è che a Novara almeno i padroni di casa avevano costruito qualcosa e il fattore campo contribuiva a far brillare qua e là anche quello che non c’era. Qui la Juve non ha mai impensierito il portiere tigrotto. Ma è stata furba, spietata come bisogna essere in simili campionati. Bisogna riconoscere una legge fondamentale nel calcio: l’ha fatto quando poteva e doveva. Tutto qui. La Pro Patria ha gestito l’azione o così ha creduto di fare, ma quando si trattava di andare a colpire in porta, si disinnescava. Perché, l’area di rigore scotta? E cosa fare?

La Pro Patria fa anche puntualizzazioni dopo la conferenza sulle scelte di Vargas. «Per completezza di informazione: Bertoni non si è allenato tutta la settimana per una botta subita a Novara ed è stato in panchina per stare vicino alla squadra - si afferma in una nota - Piu non ha giocato perché si è allenato solo ieri per un problema all’anca».  

Il mister ci ha abituati agli esperimenti. E sulla necessità di dare fiducia a tutti i giocatori, si è già insistito. Ma la società ha voluto fare queste precisazioni: un indicatore di un momento delicato, pur dovendo ricordare che questa Pro Patria ha sempre avuto l'obiettivo salvezza. Aveva però fatto balenare altro gioco, altre speranze.

Sul podio oggi mettiamo innanzitutto Fietta grazie al lavoro del primo tempo, in cui è stato baricentro per governare gli avversari. Accanto a lui, Saporetti, saggio disinnescatore.

A Perotti, che è subentrato proprio a Fietta, diamo un gradino per l'estrema sincerità delle parole oltre il campo. Un ingrediente fondamentale per cercare di voltare pagina.

Negli occhi e nella voce di Perotti

Ma prendiamo le parole di Clemente Perotti prima di tutto, non perché abbia preceduto il mister nella conferenza, bensì perché ci sembra opportuno leggere negli occhi e nel discorso di un giovane che si distingue per la sua garbata intelligenza.

I giovani possono, devono sbagliare; i grandi un po’ meno: i loro errori davanti alla porta danno più da pensare. Alimentano gli interrogativi, non le risposte: ora, queste ultime non ci sono.

Perotti ha chiesto, e prima di tutto a se stesso, «un esame di coscienza». È una bella espressione, anche perché un po’ desueta ai giorni nostri.«Bisogna rimboccarci le maniche e lavorare a partire da questa settimana… - esordisce e con estrema onestà intellettuale aggiunge - bisogna farlo, ma sono anche frasi fatte. In settimana lavoriamo bene. Bisogna metterci tutto un pezzettino in più, uno sforzo, una professionalità in più in qualsiasi circostanza, cercare tutti di farsi un esame di coscienza… io devo cercare di dare ancora di più una mano... Ecco, la mano. Stringiamola come un pugno, piano piano sboccerà come un fiore. Entusiasmo… i giovani possono portarne tanto. Chiunque è importante, chi entra poco, chi lo fa per tutta una partita e magari non sta bene».

Che cosa è cambiato? «Non lo so, ma qualcosa è cambiato – riconosce – non so cosa sia. Ci sono momenti così in una stagione, dobbiamo capire tutti insieme cosa c’è. Bisogna sapersi rialzare». Attenzione, altrimenti il rischio è finire nel buco nero, in quel vortice che fa perdere poi la testa. «Per fortuna poi avremo tre partite ravvicinate – conclude Perotti – è un’arma a doppia taglio, sì, ma dà possibilità di rialzarsi. Dobbiamo viverle come tre finali… anzi tutto il campionato così».

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Gli sforzi e gli errori visti da Vargas

Mister Vargas insiste sull’ingiustizia del risultato: «Non meritavamo di perdere, non so neanche se pareggiare. Abbiamo fatto noi lo sforzo». Poi deve però riconoscere:  «Le partite con le squadre forti si decidono con i dettagli e oggi abbiamo sbagliato su calcio d’angolo. Abbiamo fatto tanta pressione sui portatori di palla, ma alla fine non so quanti cross abbiamo fatto… poca qualità nei cross e nel tirare in porta. Qualche ripartenza in più potevamo sfruttarla meglio».

La disattenzione sul gol è stata fatale, tuttavia c’è da ragionare su ciò che si è visto in campo e lo stesso mister ha sottolineato.

I tiri in porta latitano. «Importante è compattarsi tutti insieme e provare a far qualcosa di diverso per uscire da queste partite, in cui abbiamo fatto zero punti. Vedremo di parlare bene in settimana, ragionare, difficile ora cosa fare in più… ci vuole anche freddezza. Potremmo giocare più bassi ma poi è più  difficile arrivare in porta.  Possono capitare certi errori, ma a livello difensivo sono cari».

Insomma, qualcosa è cambiato. Ma soprattutto qualcosa deve cambiare.

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Ma. Lu.


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