Si è aperta questa mattina la nuova legislatura. Il primo, importante impegno di deputati e senatori riguarda l’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento.
“Primo giorno di scuola”, dunque, anche per gli eletti del Varesotto. Per la maggior parte di loro non si tratta di una prima volta, mentre per qualcuno è un vero e proprio esordio.
È il caso di Andrea Pellicini, referente provinciale di Fratelli d’Italia. L’ex sindaco di Luino, eletto alla Camera nel collegio uninominale di Varese, è “figlio d’arte”: suo padre Piero è stato senatore per due legislature, dal 1996 al 2006.
Un’emozione particolare, dunque, per l’esponente di Fratelli d’Italia: «Oggi inizia la mia avventura alla Camera dei deputati – il suo commento –. Ho pensato molto in questi giorni a tante cose, ma non riuscivo a trovare un unico filo conduttore. Poi ieri la notizia della morte di Ambrogino Rossi, grande sindaco di montagna, mi ha chiarito le idee e rasserenato. Il suo esempio di servizio per la cosa pubblica e per la sua terra, la nostra terra, l'Italia e il bellissimo territorio in cui viviamo, sarà sempre lì a brillare come una stella polare».
(Nella foto qui sotto, Pellicini - a destra - con il collega Andrea Mascaretti).
È alla terza esperienza a Montecitorio, invece, Maria Chiara Gadda. Eletta per la prima volta nel 2013 con il Partito Democratico, ha poi aderito a Italia Viva, di cui è coordinatrice regionale per la Lombardia.
«Entro di nuovo in Parlamento con una grande emozione e con il medesimo batticuore che ho provato nel 2013 – ha spiegato –. Allo stesso tempo, sento un grande senso di responsabilità: questo mandato richiederà a tutti - indipendentemente dal proprio colore politico - grande serietà e concretezza perché le famiglie e le imprese stanno attraversando uno dei momenti più difficili della nostra storia recente. Con Azione-Italia Viva saremo opposizione ferma ma costruttiva, perché il Paese viene prima di tutto».
(Nella prima foto qui sotto, Gadda con la ministra uscente Elena Bonetti e Mauro Del Barba, l'altro coordinatore regionale lombardo di Iv).
Il gruppo varesino più nutrito è quello della Lega. A partire dal fondatore Umberto Bossi: inizialmente sembrava che lo storico leader del partito fosse stato clamorosamente escluso. Così invece non è stato e quindi il Senatur inizierà – questa volta alla Camera – la sua nona legislatura consecutiva.
«Sono emozionato come al primo giorno di scuola, è sempre un piacere», le sue parole riportate dall’Ansa. Sul Comitato Nord: «Ha il compito di mettere sulla retta via e di evitare lo sfascio totale della Lega. L'ho fatta io e mi dispiaceva di vederla distruggere».
Un altro “decano” leghista è Giancarlo Giorgetti. Ministro dello Sviluppo economico uscente, è stato eletto nel collegio uninominale di Sondrio. Il suo nome è circolato anche per il ruolo di presidente della Camera, ma nelle scorse ore ha preso quota l’ipotesi dell’importante ministero dell’Economia.
È ormai un esperto dei palazzi romani anche Stefano Candiani. Dopo due mandati a Palazzo Madama, questa volta è stato eletto a Montecitorio. All’indomani delle elezioni aveva così commentato: «Inizia una nuova esperienza, questa volta alla Camera, dopo quella maturata al Senato. Un’esperienza che intendo condividere quotidianamente con chi sul territorio interpreta la politica come gioco di squadra, animato da spirito di servizio e non come sbocco di ambizioni personali».
Sempre in quota Lega, infine, Maria Cristina Cantù è stata confermata al Senato, di cui è stata anche vicepresidente della commissione Igiene e Sanità. La sua campagna elettorale è stata incentrata proprio sul tema della sanità del futuro. «Dovrà essere più giusta, meno sprecona, come tale sostenibile nel tempo e universalistica, in termini di benessere e qualità della vita delle persone e delle famiglie»: questo il suo impegno.
(Qui sotto Cantù con Massimiliano Romeo, brianzolo eletto nel collegio di Varese, e i senatori della Lega questa mattina a Palazzo Madama).
Eletto al Senato per la seconda volta anche Alessandro Alfieri. L’esponente del Partito Democratico cita Liliana Segre, che sta presiedendo la seduta: «Come ogni nuovo inizio, in parte emozionato, in parte desideroso di riprendere a pieno ritmo il lavoro istituzionale e sul territorio. Questa volta lo farò dall’opposizione. Con la passione civile che ci ha trasmesso ancora una volta una donna straordinaria che ha attraversato le tragedie del Novecento e ancora una volta ci ha impartito una lezione magistrale. Onorato di poter fare ancora un pezzo di strada con Liliana Segre».