È stato presentato questa mattina il piano industriale di Neutalia, la società partecipata da Agesp, Amga, Ala, Asm e dal Gruppo Cap che gestisce il termovalorizzatore di Borsano.
Nella sede dell’azienda (ex Accam) sono stati illustrati gli obiettivi di un progetto che prevede un percorso partecipativo col territorio: sostenere l’economia circolare e la decarbonizzazione, generare valore per il territorio e le comunità, creare le condizioni per una progressiva autonomia energetica capitalizzando sull’energia prodotta dall’impianto.
Il periodo di riferimento va dal 2022 al 2047 con un investimento di 90-100 milioni.
«Neutalia genererà ogni anno 14 milioni di euro di margini lordi che serviranno a sostenere il programma di investimenti diretti e indiretti sul territorio, in linea con la natura di azienda interamente pubblica», è stato spiegato dall’azienda. Si integrerà la produzione energetica del termovalorizzatore agli impianti di teleriscaldamento della zona (Legnano e Busto) ricavando energia dai rifiuti: «La produzione annuale di energia assicurata dall’impianto – è stato spiegato – sarà sufficiente a soddisfare il fabbisogno elettrico di circa 30mila famiglie. Con la rimozione di 19 tonnellate/anno di CO2 dall’atmosfera, pari a quanto sarebbe in grado di assorbire una foresta di 2800 alberi nell’arco del piano».
Alla conferenza stampa erano presenti Lorenzo Radice, sindaco di Legnano, Maurizio Artusa, assessore con al Bilancio di Busto Arsizio, Valerio Menaldi consigliere delegato di Amga, Francesco Iadonisi amministratore unico di Agesp Spa, Alessandro Russo, presidente del Gruppo Cap, Michele Falcone e Stefano Migliorini, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Neutalia.
Gli aspetti ambientali
«Il periodo di riferimento va dal 2022 al 2047 – ha spiegato Falcone –. Si mira a non bruciare più rifiuti indifferenziati, valorizzando solo il combustibile solido secondario. Tutto quello che potrà essere recuperato verrà messo di nuovo nel ciclo produttivo, con la creazione di materia e impatti sulla parte ambientale».
Il presidente di Neutalia ha precisato che «non aumenterà la capacità dell’impianto di termovalorizzare. Avremo invece il teleriscaldamento, che è oggi più che mai essenziale, e impianti di recupero delle scorie, dei prodotti sodici e delle ceneri».
Nel corso della relazione, è stata dedicato ampio spazio alla parte ambientale: «È quella su cui stiamo insistendo», ha sottolineato Falcone.
È stato spiegato che il nuovo percorso industriale permetterà di ridurre gli impatti ambientali, aumentando la focalizzazione su territorialità, recupero di materia e di energia.
Con l’11 per cento in più di recupero di materia (recupero di materia da ingombranti, di plastiche e metalli, di inerti e bicarbonato) e un maggior recupero di energia (recupero dei cascami termici tramite l’integrazione col teleriscaldamento e incremento di produzione di energia elettrica del ciclo termico). Con una riduzione delle emissioni di Co2.
Raccolta differenziata “spinta”
Falcone ha spiegato che il piano prevede che i comuni potenzino la raccolta differenziata.
«La media nazionale è del 63 per cento – ha detto Falcone –. In Lombardia siamo al 73. L’obiettivo della Regione è di arrivare all’80 entro il 2027, l’ottimale è l’83 per cento».
Neutalia “chiede” di più: «Il piano nasce con l’obiettivo dell’84 per cento. È una favola che l’inceneritore limiti la raccolta differenziata».
Interventi fatti e previsti
Stefano Migliorini si è soffermato sul lavoro fatto nei mesi scorsi, vale a dire manutenzione straordinaria sulla caldaia, fornitura di due sistemi di abbattimento degli ossidi di azoto e delle diossine, fornitura e posa di due sistemi di controllo Hg per monitorare e analizzare in continuo le emissioni, ripristino del turbogruppo della linea 1.
Con il nuovo piano, ha spiegato l’amministratore delegato, «i processi a monte sono finalizzati a recuperare tutte le materie che possono essere reimpiegate dalle frazioni eterogenee di rifiuti che oggi arrivano in impianto, con tecnologie all’avanguardia già presenti sul mercato. Tutto ciò che può essere separato viene rimesso nel mercato come materia prima-seconda. Il processo viene applicato anche al rifiuto secco indifferenziato»
Per quanto riguarda il termovalorizzatore, «siamo andati a rivedere il mix di rifiuti che vengono conferiti all’impianto, nella logica di intercettare quelli che non possono andare al recupero di materia e che vengono dal territorio».
"A valle" c’è il recupero energetico: «Ieri abbiamo presentato il progetto di implementazione e sviluppo della rete di teleriscaldamento che vale 16 milioni euro. Un piano che potrebbe cogliere l’opportunità del Pnrr, ma si tratta di un progetto già studiato e che ha in ogni caso una sua sostenibilità».
Si parla di 250 utenze (condomini) servite a Legnano e 200 a Busto.
Gli investimenti
«Immaginiamo un piano di 90-100 milioni, in grado di autofinanziarsi e di non gravare sulle tasche delle famiglie», ha affermato Falcone.
Gli investimenti programmati per il triennio 2021-2023 ammontano a 24 milioni. Nei 90-100 milioni del piano che “arriva” al 2047 sono esclusi (se non per una piccola parte di circa un milione) i 16 milioni del teleriscaldamento.
Sono già in programma incontri con Cassa depositi e prestiti e con altri istituti.
L’ascolto del territorio
Neutalia presenterà il piano industriale, che potrà quindi essere integrato e modificato, in una serie di incontri sul territorio che coinvolgeranno cittadini, comitati e istituzioni.
Il progetto verrà illustrato in Regione all’assessore all’ambiente Raffaele Cattaneo, ma saranno coinvolti anche Città Metropolitana di Milano, Provincia di Varese e comuni soci.
In programma ci sono un convegno sul tema dell’economia circolare e incontri e workshop con tutti gli stakeholder».