Calcio - 02 ottobre 2022, 18:04

La domenica folle, anzi perfetta, della Pro Patria: «Il segreto? Averci creduto tutti fino alla fine»

Nicco sorride: «Il finale? Spiegatemelo voi. No, è grazie a un grande gruppo». E dedica il suo primo gol in casa alla mamma. Vargas: «Abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso, abbiamo fatto una cosa importante»

La partita nelle immagini: Nicco, Vargas, il gruppo, il giro d'onore con la mascotte, gli ultras

La partita nelle immagini: Nicco, Vargas, il gruppo, il giro d'onore con la mascotte, gli ultras

«Il finale? Spiegatemelo voi». Il sorriso di Nicco, appena si siede in sala stampa, abbaglia, come la sua sincerità. Ma non c'è niente da spiegare: c'è solo da crederci, come ci hanno creduto i calciatori della Pro Patria contro l'ormai sogghignante Pro Vercelli. LEGGI QUI

Che cos’è successo, in quella manciata di minuti in cui il destino sembrava segnato e proprio il suo gol ha sancito il ribaltamento del risultato? Stadio Speroni, arriva uno degli avversari più rognosi, lo racconta la storia. La Pro Vercelli sa muoversi con un’oculatezza che destabilizza i tigrotti e chiude gli spazi.

C'è pure un arbitraggio che non brilla. Lo dice senza peli sulla lingua Vargas alla fine «e lo faccio perché abbiamo vinto, altrimenti non l’avrei detto».

È la domenica riconquistata di un calcio che ormai ha un calendario sempre in bilico: sul campo sfila la mascotte, il Tigrotto 1919 che aveva promesso un giro d’onore a nonni e nipoti, tra di loro il tifosissimo Daniele De Grandis.

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Quando la Pro Patria ferita abbozza le prime reazioni, i tifosi - 645 gli spettatori- ritrovano la voce: esplode però, quando i tigrotti decidono che devono "santificare" questa festa sportiva. Quando? Nel momento teoricamente impossibile. Come, non importa. O meglio una risposta c’è alla domanda che pongono i giornalisti, e ben presto la confessano sia Vargas sia Nicco. È semplice, schiacciante: il gruppo.

Difatti oggi aboliamo anche il “podio” - i primi tre giocatori per prestazione - perché non si può, non si deve. Persino gli autori del gol – Nicco appunto e Saporetti – scenderebbero di corsa dai gradini, per stare con i compagni.

Seconda parola chiave: crederci. «L’avevano fatto fin dall’inizio – assicura Vargas – Nel primo tempo potevamo essere noi in vantaggio. Si sono trovati con quel gol da punizione laterale, noi abbiamo sbagliato le marcature… poi è stata una partita complicata, pochi spazi». Allora si è cercato di fare qualcosa di diverso – prosegue - e si è finito per fare «qualcosa di importante… non mollare mai e crederci fino alla fine, ci siamo riusciti quando eravamo in dieci… La vittoria è tutta loro, l’hanno vinta con il cuore e con le gambe»

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«Eravamo sotto e secondo me non meritavamo di perdere… Siamo stati bravi a provarci, siamo riusciti a pareggiare… poi andare a vincerla significa essere un grande gruppo. Bravi tutti». Nicco - autore della rete anche nell'amichevole con l'Atalanta giovedì - ha segnato il suo primo gol in casa e vuole questo: «Spero di continuare così». Gianluca avverte la responsabilità di essere tra i più “vecchi” e dare l’esempio. Rifugge dall’”io”, ma gli chiediamo a chi lo dedica, questo gol. La risposta arriva dal cuore, come questa vittoria: alla mamma. Come tutti.

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Marilena Lualdi


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