«Si tratta di un problema noto, non certo di una novità; una situazione annunciata ormai da anni causata da quella che è stata, con tutta probabilità, una politica poco lungimirante in merito».
Queste le parole con cui il sindaco di Olgiate Olona, Gianni Montano, spiega una delle cause della carenza dei medici di medicina generale. Situazione critica cui si sta facendo fronte in questi mesi, soprattutto in Valle Olona.
E Montano, da medico di base, conosce benissimo. «Negli scorsi mesi – spiega – molti dottori che lavorano sul territorio hanno lasciato il lavoro per sopraggiunti limiti d’età e altri hanno scelto di andare in pensione per dedicarsi alla professione privata. È una vera a propria “fuga” dei medici, che ha causato la drastica diminuzione dei professionisti che operano nei nostri comuni».
Una diminuzione che è diventata problematica a causa della mancanza di nuove figure professionali che potessero, o volessero, raccogliere il testimone della generazione precedente.
«In Italia vi è un’oggettiva carenza di medici – prosegue Montano – in parte data anche dal numero chiuso alla facoltà di medicina, politica che ormai viene portata avanti da anni e che non recepisce le reali condizioni del territorio.
Si tratta di un problema nazionale, dunque, che però nei nostri comuni sembra si stia accentuando sempre più, anche perché la maggior parte dei dottori appartengono alla stessa generazione e quindi stanno lasciando il lavoro più o meno nello stesso periodo».
Anche i pochi che vengono formati dalle università, poi, rifiutano di intraprendere la carriera di medici di medicina generale, poiché essa non è “attraente” per le nuove generazioni a causa della sua natura sempre più lontana dalla pura vocazione medica.
«Negli ultimi anni – sottolinea il primo cittadino olgiatese – la professione del medico di medicina generale non è stata incentivata in alcun modo.
La professione è in sofferenza anche a causa del sempre crescente carico burocratico con il quale ci troviamo a dover far fronte, che distoglie nostro malgrado dall’attività clinica e non è nel DNA dei medici.
Anche l’aspetto economico non è da sottovalutare, poiché la remunerazione non è adeguata per il tempo necessario per svolgere adeguatamente questo lavoro e per le responsabilità a cui facciamo fronte quotidianamente».
Una situazione di difficile risoluzione che ha causato disagi a numerosi pazienti e che ha portato negli scorsi giorni alcuni medici di Solbiate e Olgiate alla decisone di accettare di aumentare i massimali per farsi carico di chi era rimasto senza medico.
Questa scelta, però, non mette certo la parola fine al problema che, secondo Montano, è destinato a riproporsi anche nei prossimi mesi.
«I giovani che contattiamo non danno la disponibilità per ricoprire questo ruolo, preferiscono dedicarsi alla specializzazione e ad un altro tipo di carriera – conclude – e il prossimo anno altri medici di base raggiungeranno il limite d’età e lasceranno la professione. È ovvio, dunque, che ci ritroveremo presto a dover affrontare questo problema. È per questo che l’attenzione sulla questione della mancanza dei medici di medicina generale non deve calare, ed è necessario trovare un modo per far sì che la situazione cambi».