Storie - 02 aprile 2022, 11:47

Un altro "colpo di pedale" di Giovanni Bloisi: la piastrina di un soldato disperso in Russia torna a casa a Genova

La placca di metallo appartiene a Davide Ponschin, classe 1913, caduto sul Don e mai ritrovato. «La piastrina mi è stata regalata da Igor nella città di Voronhetz, dove sono passato nel mio viaggio in bici sul fiume Don verso Mosca» racconta il ciclista della memoria varesino. Il 13 aprile verrà consegnata ai famigliari nel capoluogo ligure.

Giovanni Bloisi con Igor e la piastrina del soldato Davide Ponschin

Giovanni Bloisi con Igor e la piastrina del soldato Davide Ponschin

Giovanni Bloisi, il pensionato di Varano Borghi che abbiamo soprannominato "ciclista della memoria" ci ha abituati a gesti straordinari compiuti però con semplicità e umiltà, tipici di chi sa cosa significhi pedalare in salita.

Non ci riferiamo soltanto all'impresa fisica di macinare migliaia di chilometri in solitaria in sella alla sua bici in giro per il mondo, ma anche alla sua testimonianza civile di chi vuole ricordare il sacrificio di chi ha donato la sua vita per la libertà e la democrazia.

Grazie al ciclista varesino, verrà restituita ai famigliari la piastrina di un soldato italiano disperso in Russia durante la terribile ritirata in mezzo alla neve e al gelo.

«Si tratta di un piastrino regalatomi da Igor nella città di Voronhetz dove sono passato durante il mio viaggio in bicicletta verso Mosca per ricordare i Caduti sul fiume Don qualche anno fa» racconta Bloisi. 

La placca di metallo appartiene al soldato Davide Ponschin di Genova e il prossimo 13 aprile verrà consegnata ai suoi famigliari nel capoluogo ligure. 

Il ciclista della memoria ha ricostruito anche la storia di Ponschin che era nato a Genova il 2 dicembre del 1913 e che di mestiere faceva il fabbro. Chiamato alla ferma di leva nel 1934 viene congedato nel 1936, l'anno dopo si sposa e avrà una figlia.

E' richiamato il 30 agosto del 1939 nel secondo reggimento di artiglieria di Corpo d'Armata di Acqui Terme; due giorni scoppia la guerra. 

«Davide ha due licenze straordinarie - racconta Bloisi - e forse si illude, anche perché di una classe anziana per la guerra, di poter restare a casa a godersi la famiglia».

Purtroppo non sarà così, Davide viene richiamato a dicembre e nel 1942 parte per la Russia; il suo battaglione si schiera sul Don; attaccato dai russi, il fronte italiano è rotto il 17 dicembre del 1942.

«I superstiti della batteria di cui Ponschin fa parte ripiega sul Corpo d'Armata alpino - conclude il ciclista della memoria - e ne seguiranno le terribili vicende del successivo mese di gennaio. Di Davide nessuna traccia certa. Il comando del gruppo ne segnalerà la dispersione il 1° febbraio del 1943, ma è probabilmente una data puramente indicativa». 

 

Matteo Fontana

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