La guerra in Ucraina rappresenta una vera minaccia per la pace in Europa, e in particolare per tutti i cittadini ucraini, compresi coloro che abitano al di fuori del Paese.
Molti sono i cittadini ucraini venuti in Italia, primo Paese per incidenza in questo senso, in cerca di lavoro ed opportunità, con umiltà e voglia di fare. Non a caso, il 15% dei lavoratori domestici censiti dall’Inps viene proprio dall’Ucraina, e il dato rimane simile anche all’interno della Gallas Group, azienda friulana che gestisce i rapporti di lavoro e che ha una sede anche a Varese e Busto, pari all’11,5%.
Gallas Group, il marchio friulano gestito dai fratelli Lorenzo e Alberto Gallas, gestisce 7000 rapporti attivi e ospita tra le sue fila circa 800 professioniste ucraine, per lo più badanti, da diversi anni. In totale, le badanti ucraine censite in Italia sono ben 8000.
«Per loro non è chiaramente un momento facile, spaventate e turbate per la situazione delle loro famiglie in Ucraina, ed alcune sono partite nelle scorse settimane per raggiungere i propri cari» racconta Alberto Gallas.
I numeri, tuttavia, sono particolarmente bassi, viste le attuali difficoltà per raggiungere il Paese. Circa cinquanta badanti sono infatti partite dall’Italia, ma sono già state prontamente sostituite e, quindi, il timore da parte delle famiglie di lasciare soli e privi di assistenza gli anziani è del tutto infondato.
La Gallas Group confermare che la “crisi della domanda” per l’assistenza domiciliare non c’è mai stata e non ci sarà.
Le 750 assistenti domiciliari rimaste in Italia, che al momento sono comprensibilmente molto turbate, hanno deciso di rimanere in Italia, cercando di aiutare le famiglie da qui, anche se alcune hanno la fortuna di avere i propri cari già al proprio fianco nel nostro Paese.
Le più sfortunate, invece, sono costrette ad attendere notizie da lontano e nei giorni scorsi si sono recate in lacrime nelle sedi dell’azienda per avere informazioni sugli sviluppi.
«Nelle prossime settimane - prosegue Gallas - ci si aspetta un’ulteriore affluenza di persone provenienti dall’Ucraina, che se possibile aumenterà ancora i numeri, già molto alti, dell’offerta dell’assistenza domiciliare: ad oggi, il numero dell’occupazione delle donne ucraine in questo campo è del 66%.
La crisi ucraina non inciderà dunque sulla qualità del servizio di assistenza domiciliare offerto.
«L'unica cosa che possiamo augurarci e che potremo rivedere a breve tornare le nostre preziose collaboratrici» conclude l'imprenditore.