Notte dopo gli esami: la Pro Patria finisce la "scuola" e si tuffa in un'altra fase della vita. Altra fase, perché la scuola fa parte della vita, eccome.
Con l'ultimo test contro la Castanese (LEGGI QUI) si è chiusa l'estate dei tigrotti, quell'incontrarsi, mettere a fuoco un primo affiatamento, un linguaggio e aspirazioni comuni. È chiaro che quest'ultimo compito proseguirà ben oltre le amichevoli, non si esaurirà mai.
Sarà un lungo cammino, che riceverà lo "start" sabato in Coppa Italia a Salò e poi si snoderà tra le tappe stringenti del campionato. Due vie sono indicate, ribadite, dopo la partita a Castano da Luca Prina: tenere le cinque squadre dietro di noi in campionato, altrimenti detto obiettivo salvezza, e lavorare su quei margini di crescita, nella mentalità che ci sono.
Dal mister ci ritagliamo un'immagine che rivela molto e sentiamo nostra. Nelle dichiarazioni post partita c'è tutta la sua visione, per cui più che fare l'allenatore, lui crede nell'essere allenatore. Senza via di mezzo «perché non è un lavoro, c'è la parte del cuore che mi deve dire sì, e qui è sì, lo è sempre stato».
Essere tigrotto, non farlo, è ciò che anche oggi a Castano si è colto pur nella relativa tranquillità di un'amichevole. Sono gli attaccanti che non si sono spartiti le prede dei gol, ma li hanno coscienziosamente imbastiti insieme. È la maglia zuppa di sudore di Colombo, che non molla di un centimetro, per tutto il primo tempo, e quando finisce a terra, si rialza e punta con la consueta generosità verso l'area avversaria. È la responsabilità che Parker racconta di sentire sulle sue spalle, sì, ma trasformata in ulteriore motivazione. È la voglia di divertirsi, esaltata, non minata, dalla fatica e la coscienza dell'obiettivo primario della salvezza.
Sono quei tifosi, che si sono presentati a Castano per fare anche loro il proprio lavoro. Per essere lì, accanto alla Pro Patria: oggi la brezza parziale li ha premiati, ma sarebbero stati probabilmente qui anche con 40 gradi. Perché questo è essere tigrotto, non farlo.
Un diploma, che si possiede dal primo istante, eppure si sa di doversi meritare sempre.