Nell’intervista in cui definiva «surreali» i discorsi su un eventuale passo indietro del suo partito su cui questa sera si farà chiarezza (leggi qui), il commissario cittadino di Forza Italia Gigi Farioli, riferendosi a Busto al Centro, con cui c’era stato un dialogo, diceva che ora «curiosamente e improvvisamente fa un dietrofront».
Parole che hanno indispettito il coordinatore di Bac Gianfranco Bottini, che sempre su queste colonne qualche giorno fa spiegava di essere stato lui a proporre a Forza Italia di intraprendere un percorso comune. Adesso, però, siamo «fuori tempo massimo (leggi qui)».
Parlando di «dietrofront», osserva Bottini «è come se ci fosse stato qualche accordo in atto che poi noi avremmo smentito. È vero che il discorso è partito da lontano, ma non è mai decollato, anche perché per parecchio tempo non si è capito cosa Forza Italia intendesse fare. A un certo punto è piombata questa iniziativa da parte di Farioli – che mi augurò riguarderà anche Forza Italia – mentre noi davamo appunto per non decollato il discorso».
«Così – prosegue Bottini – ci siamo trovati in una situazione in cui, sostanzialmente, ci venivano proposti un sindaco, una serie di simboli di cui non avevamo discusso, la necessità di smontare il lavoro che avevamo fatto per allinearci in un contesto di sigle, senza fare nessuna valutazione».
Stando così le cose, «non c’è nulla di curioso – perché è normale che ci si comporti così in una situazione del genere – né di improvviso, perché non c’era stato nessun accordo. Tra l’altro noi avevamo già espresso il candidato sindaco, quindi la nostra posizione era chiara».
In ogni caso, per il coordinatore di Bac «il centro è una realtà abbastanza vasta, che comprende delle “offerte” diverse. Noi ci rivolgiamo a quei cittadini moderati ai quali interessano più che altro le problematiche relative alla città e all’amministrazione di Busto. L’altra offerta, che non so come si chiamerà, ha una visione di tipo più prettamente politico, che poi sfocia nel partitico, tanto è vero che sono state messe insieme delle sigle e che risente delle connotazioni partitiche dell’ambito del centrodestra, che a noi poco interessano».
Per Bottini, insomma, «quella di Farioli è un’iniziativa elettorale che mette assieme alcune sigle, fortemente basata sulla persona e sui simboli».
Bac, invece, con Forza Italia avrebbe voluto costruire un percorso più articolato: «Per quanto ci riguarda, il discorso, come progetto, non è assolutamente finito. È finito evidentemente in questa circostanza, ma nel prossimo futuro dovrà cominciare, per capire se si potrà in qualche modo concretizzare».
Futuro che a questo punto è post-elettorale: «Noi e un partito qualsiasi – precisa Bottini – ragioniamo in maniera diversa, quindi dobbiamo trovare una sintonia, un perimetro, delle regole per poter garantire a ognuno la propria natura. Non sono cose che si possono fare in maniera seria dall’oggi al domani: se facessimo ora una lista comune, probabilmente perderemmo tutti consenso».
Discorso diverso quello relativo a un eventuale ballottaggio: «In quel caso non si tratta di un progetto politico, ma di un discorso amministrativo. Quindi patti chiari, amicizia lunga, con la consapevolezza che, pur formando la stessa giunta, su certi temi dovremo confrontarci alla morte.
Avviene, si può fare, ma è un discorso totalmente diverso rispetto a quello di un percorso politico comune.
Farioli dice che abbiamo le stesse visioni e sensibilità, quindi se ne potrà parlare, ma è un’altra cosa».
D’altra parte, «se l’unione del centrodestra non è un dogma, figuriamoci l’unione del centro, che non è mai cominciata. Quindi non bisogna disperarsi se non si riesce ad attuarla in questa circostanza. E comunque non per colpa nostra».