Altri sport - 30 luglio 2021, 07:00

A casa Cesarini, dove è partito il sogno. Tra emozioni, lacrime e aneddoti: «Quella volta che Federica cadde nel lago...»

Siamo andati a Bardello, in riva al lago di Varese. Ad accoglierci i genitori della neo campionessa olimpica Cesarini, Isabella e Francesco. E la storia di un percorso iniziato a 12 anni e arrivato ieri sul tetto del mondo

A casa Cesarini, dove è partito il sogno. Tra emozioni, lacrime e aneddoti: «Quella volta che Federica cadde nel lago...»

È stata una giornata intensa quella di ieri per Isabella e Francesco, genitori della campionessa olimpica di Bardello, Federica Cesarini.

Nella loro casa in riva al lago di Varese, da dove è partita la cavalcata della loro figlia verso il sogno a cinque cerchi, avveratosi alle 3:25 della notte tra mercoledì e giovedì, li trovi stremati ma euforici, ancora vogliosi di condividere le loro emozioni.

La prima a prendere la parola è mamma Isabella, l'artefice principale di questa avventura sportiva: quando Federica non voleva più giocare ad hockey (col fratello Matteo), decise lei di sederla su una barca di canottaggio. Come timoniera. Aveva 12 anni: affrontò subito l’Europeo, per giunta a Varese, sulla barca dell’8 con, arrivando terza.

Racconta che ha cercato di sentire costantemente la figlia via messaggio in questi giorni, infondendole calma, tenendole alto il morale e suggerendole di fare bene ma senza fretta: «Stai tranquilla - rispondeva Federica - Mi regolerò in base alle mie forze, per evitare mal di schiena e infortuni». E il timore che le avesse esaurite c'è stato soprattutto dopo la semifinale, dopo aver fatto registrare il record olimpico...

Subito dopo la vittoria Isabella è scoppiata in lacrime: quando la figlia l'ha videochiamata con la medaglia al collo, l'unico scambio possibile - e bellissimo - tra le due è stato un "ti voglio bene".

Poco prima la suspence dell'arrivo: «Ci siamo bloccati un attimo perché dalle riprese non si capiva bene chi fosse primo, secondo o terzo: le 4 barche erano lì, punta a punta… Poi vedere Federica girarsi verso il maxi schermo per capire come fosse finita e il suo urlo mi hanno fatto saltare in piedi dalla gioia: lì finalmente mi sono rilassata»

La notte appena trascorsa probabilmente sarà stata la prima nella quale questi stoici genitori saranno riusciti a dormire, dopo l'impegno con le telecamere Rai nella trasmissione "Il Circo degli Anelli" nella serata di ieri: prima solo tensione e adrenalina ad accorciare il sonno, oltre che il fuso orario... Neanche loro però hanno mai mollato, proprio come Federica e Valentina.

C'erano Isabella e Francesco, insomma, come ci sono sempre stati, pur rispettando altrettanto sempre il volere della figlia: «Fin da piccola l'abbiamo accompagnata agli eventi solo quando ha voluto. Federica è testarda e forte caratterialmente, ha sempre preso le sue decisioni in maniera indipendente: qualche volta sì e qualche volta no, ma sempre sicura che in caso di bisogno noi ci saremmo mossi al suo fianco».

Al suo fianco dove comunque c'è anche Valentina, una compagna di barca e un'amica: «Sul tetto di questa Olimpiade ci sono arrivate insieme: Valentina la compensa, la completa e l'ha fatta crescere mentalmente, a livello sportivo e non solo». Scende una lacrima: «Oggi (ieri ndr) Federica ha realizzato il sogno della sua adolescenza. Un sogno che è sempre stato suo, nonostante la consapevolezza dei sacrifici necessari»

Inevitabile che un pensiero tocchi anche a chi ha - tecnicamente - creduto nelle due ragazze oggi campionesse: è Giovanni Calabrese, deus ex machina di quella Canottieri Gavirate dove tutto è iniziato. Un Giovanni Calabrese che ieri avrà esultato come se fosse stato lui a tagliare il traguardo per primo, così come del resto ha fatto il presidente della Federazione Giuseppe Abbagnale, mai visto così felice ed emozionato.

C'è spazio anche per i ricordi, per gli aneddoti. Mamma Isabella ci tiene a raccontare il giorno in cui Federica, rimasta a casa da sola col nonno, stava giocando con lo skateboard fuori casa, lungo la discesa che porta alla riva del lago. Cadde dalla tavola e ruzzolò finché non finì in acqua: il nonno fu costretto a tuffarsi per riprenderla, perché lei non voleva chiedere aiuto e voleva recuperare il suo gioco. Tornata a casa, bagnata e infreddolita, si cambiò e ritornò a giocare... Senza battere ciglio...

Dite che si vedeva già la tempra di una campionessa olimpica? Secondo noi sì.

Alessandro Galbiati

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