Politica - 17 aprile 2025, 16:13

Ricoveri ospedalieri non erogati, Astuti (Pd): «Varese fanalino di coda della Lombardia»

Il consigliere regionale Pd denuncia il fallimento del sistema sanitario lombardo, con particolare criticità nell’Asst Sette Laghi. Rimasti inutilizzati 40 milioni di euro, mentre migliaia di ricoveri pubblici non sono stati effettuati tra il 2020 e il 2023

“Il provvedimento approvato due giorni fa dalla giunta lombarda si inserisce nel quadro del Piano nazionale di governo delle liste d’attesa, ma rivela il fallimento di un sistema che in Lombardia – e in particolare nella provincia di Varese – mostra tutte le sue crepe” così il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti interviene commentando la delibera di giunta regionale 4215 del 15 aprile 2025 che si pone come obiettivo la riduzione dell’arretrato delle prestazioni ospedaliere non erogate tra il 2020 e il 2023.

“Si tratta di risorse - precisa Astuti - che derivano da fondi nazionali residui 2023-2024 e da stanziamenti 2025, molti dei quali, anche in Lombardia, non sono stati utilizzati, così come già denunciato dal Ministro Schillaci nei giorni scorsi. Nello specifico, risulterebbero in totale, per gli anni 2022-23-24, risorse per 174 milioni di euro e, di queste, circa 40 milioni di euro sono rimasti congelati nelle casse della Regione e delle Asst, perché incapaci di spenderli”.

“I numeri lombardi che riguardano i ricoveri ospedalieri non erogati sono allarmanti - fa sapere Astuti - ma quelli relativi all’ATS Insubria e, in particolare, all’ASST Sette Laghi sono davvero sconcertanti. Solo per gli anni 2020-2022, su 17mila ricoveri pubblici non effettuati, 8500 riguardano l’ATS Insubria e di questi ben 7.800 sono riferibili all’ASST Sette Laghi: quasi la metà delle prestazioni non erogate in Lombardia si concentrano qui. E nel 2023 la situazione non migliora: su 28mila ricoveri pubblici non erogati, 7mila sono nell’ATS Insubria e 5300 sempre nella Sette Laghi. Numeri agghiaccianti, se pensiamo che parliamo di un’azienda sanitaria che serve circa 450mila abitanti, meno di un ventesimo della popolazione lombarda. Ancora più impressionante è pensare a tutte le persone che da cinque anni sono in attesa di una presa in carico, senza risposte né certezze”.

“Questi dati dimostrano che la sanità pubblica nella nostra provincia, nonostante il grande lavoro del personale sanitario che fa i salti mortali e che spesso non viene messo nelle condizioni di poter lavorare, è in grandissima difficoltà - sottolinea il consigliere dem -. Il sistema, così com’è, non regge e tutto questo si riflette anche sull’incapacità di progettare e costruire servizi adeguati ai bisogni reali”.

Infine, una stoccata politica: “Abbiamo un’assessora regionale gallaratese, Francesca Caruso, che fa parte della giunta e che ha approvato questa delibera. Il fatto che non sia stata proprio lei a suonare il campanello d’allarme sulla situazione della sanità in provincia di Varese, a due anni dal suo insediamento, è davvero preoccupante. Dal momento che, ad oggi, tutte le nostre proposte sono state respinte, sarebbe anche ora che cominciasse lei, insieme alla maggioranza di cui fa parte, a prendere l’iniziativa e a dare qualche risposta al nostro territorio, ricordando che la provincia di Varese non è solo Gallarate, dove, peraltro, non ha ancora mai risposto sul tema del corposo taglio dei posti letto e del depotenziamento dell’ospedale”.

Redazione